Ecco l'articolo http://www.corriere....-6.shtml#scheda molto critico nei confronti dell'avversione verso i prodotti contenenti glutine, come grano e derivati del grano, quindi pasta, pizza, pane ecc... che è diventata quasi una moda salutistica senza però avere chiari fondamenti scientifici (un piccolo studio su circa 30 persone con una patologia all'intestino non è sufficiente per trarne conclusioni considerando sia il piccolo campione sia la possibilità di errori metodologici).
"MARTEDÌ 10 NOVEMBRE 2015
Ossessione gluten-free: fenomeno più culturale che alimentare
di Serena Danna
La regina resta Gwyneth Paltrow, che ad aprile manderà nelle librerie di tutto il mondo il volume di ricette It’s All Easy: Delicious Weekday Recipes for the Super-Busy Home Cook. Come i primi due, anche il nuovo libro si prepara ad essere un best seller e ad aggiungere un caposaldo nella bibliografia degli hater del glutine. Paltrow, guru del salutismo alimentare e della «separazione consapevole», non solo ha dichiarato pubblicamente la scelta di eliminare grano e derivati dalla sua dieta, ma — a partire dal 2011 — ha anche cominciato a distribuire ricette che vantano sapori e miracoli gluten-free.
L’anno in cui usciva il primo libro dell’attrice, Notes from my Kitchen Table, un professore di gastroenterologia all’Università australiana di Monash , direttore di reparto all’Alfred Hospital di Melbourne, pubblicava uno studio che identifica nel glutine il responsabile di malattie e infezioni anche in soggetti non affetti da celiachia. La ricerca — che coinvolgeva solo 34 pazienti affetti da intestino irritabile — viene pubblicata sull’American Journal of Gastroenterology. Nonostante la cautela usata da Gibson nell’illustrare i risultati, diventa presto virale: «All’improvviso — scrive il New Yorker — milioni di persone con sintomi molto vaghi di disturbo gastrico trovano qualcosa di concreto a cui addebitare i propri malanni».
Secondo la prestigiosa rivista americana, lo studio di Monash rappresenta il punto di svolta per il movimento contro il glutine, diventato negli ultimi anni, un fenomeno più culturale che alimentare. Blog e fiere specializzate sono solo all’inizio, l’auto-diagnosticata «sensibilità» alla sostanza che unisce le due proteine gliadina e glutenina porta alla nascita di agenzie di viaggio dedicate a itinerari gastronomici gluten free, organizzatori di matrimoni specializzati nonché all’idea che il glutine sia all’origine di mali come la depressione, l’autismo e la demenza.
Con un terzo degli americani che dichiara di preferire una dieta povera di grano, è evidente come l’ossessione gluten-free sia diventata innanzitutto un business, che porterà nelle casse dei produttori — Goya, Schär, Glutino, ShopRite — 15 miliardi di dollari provenienti solo dal Nord America entro il 2016. In Italia — celiaci a parte — gli hater sono fermi allo 0.7%, ma la crescita annua dei prodotti senza glutine sfiora il 20% e ricavi superiori ai cinquanta milioni di euro.
Per Alan Levinovitz, autore del libro The Gluten Lie, sono tre le ragioni all’origine della controversa moda: il mito della vita sana del paleolitico, «un paradiso passato — ha detto al Washington Post — dove il glutine non esisteva»; la percezione che sia la causa di tante malattie neurologiche; l’illusione che privarsi del glutine sia una straordinaria soluzione per perdere peso. «Abbiamo creato una società — continua Levinovitz — in cui le persone vivono un importante effetto placebo stando lontani dal glutine, ma anche un effetto nocebo, che è esattamente l’opposto: hanno sintomi quando mangiano glutine, eppure sono semplicemente psicologici e non fisiologici»."
Messaggio modificato da sniper, 13 novembre 2015 - 15:45:12