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l'ultima di Beppe GRILLO


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Inviato 23 gennaio 2006 - 02:11:59

Questa è l'ultima di Beppe Grillo ed è tutto vero!..andate a vedere....c'è un bell'elenco di parlamentari, da noi pagati migliaia di euro al mese, che.......leggete..leggete

Beppe Grillo e la pagina dell'Herald Tribune
Chiodofisso :: Redazione
Wed, 23 Nov 2005 07:10:45 -0800

Beppe Grillo e mille aficionados del suo blog si sono autotassati per 48
mila euro più Iva e ieri hanno acquistato una pagina dell'International
Herald Tribune per informare il mondo di un fatto piuttosto singolare,
almeno per i non italiani: la presenza nel nostro Paese di 23 pregiudicati
(per via di condanne o patteggiamenti definitivi) fra il Parlamento italiano
e quello europeo. Grillo & C. domandano se esista sulla terra un altro paese
con usanze analoghe, in vista di un eventuale gemellaggio. Né l'Herald
Tribune né alcun'altra testata ha voluto pubblicare i nomi dei Magnifici
Ventitrè, forse pensando a una provocazione satirica. Invece è tutto vero. I
nomi sono comunque reperibili su www.beppegrillo.it Eccoli, in ordine
alfabetico:
Berruti (FI),
Biondi (FI),
Bonsignore (Udc),
Bossi (Lega Nord),
Cantoni (FI),
Carra (Margherita),
Cirino Pomicino (Dc),
Dell'Utri (FI),
Del Pennino (FI),
De Michelis (Psi),
De Rigo (FI),
Frigerio (FI),
Galvagno (FI),
Jannuzzi (FI),
La Malfa (Pri),
Maroni (Lega Nord),
Rollandin (Union Valdotaine-Ds),
Sgarbi (ex-FI, passato all'Unione),
Sodano (Udc),
Sterpa (FI),
Tomassini (FI),
Visco (Ds),
Alfredo Vito (FI).

I reati sono i più vari, dalle corruzioni di Pomicino e De Michelis all’abuso edilizio di Visco. Nella fretta Grillo ha dimenticato Rocco Salini (ex FI, ora Udeur) e ha volutamente omesso i condannati non definitivi e i miracolati dalla prescrizione: nel qual caso si toccherebbe quota 100. Strano che se ne occupino solo i comici. Parafrasando una fortunata pubblicità progresso sui cassonetti di Milano: «Il Parlamento è anche tuo, aiutaci a tenerlo pulito».Conosciamo l'obiezione. Nessuna legge impedisce a quei 23+1 di sedere in Parlamento. Né ai partiti di candidare pregiudicati (anche se non è ancora obbligatorio). Infatti la legge impone la sospensione dei pubblici amministratori imputati e la radiazione dei condannati, ma solo per Comuni, Province e Regioni, non per il Parlamento e nemmeno per il governo: forse perché la legge l'ha fatta il Parlamento. Càpita però ogni tanto che il condannato sia pure interdetto dai pubblici uffici e dal diritto di voto
attivo e passivo. È il caso del leggendario Gianstefano Frigerio da Cernusco sul Naviglio, l'ex segretario della Dc lombarda condannato tre volte in via definitiva per svariate mazzette (pagate fra l'altro da Paolo Berlusconi), dunque candidato ed eletto alla Camera per Forza Italia nel 2001, dunque promosso responsabile dei Dipartimenti di FI, della commissione Difesa e della delegazione parlamentare presso la Nato, nonché editorialista del Giornale di Paolo Berlusconi.
Come rivela l'Espresso, Frigerio è interdetto dal diritto elettorale fino al 3 agosto 2009: non può nemmeno avvicinarsi a un seggio. Il che non gl'impedisce di votare ogni giorno alla Camera.. Tutte le leggi vergogna degli ultimi anni sono passate anche con il suo contributo. Un caso unico al mondo: un deputato interdetto dal voto che decide sulle più importanti leggi dello Stato. L'ha scoperto a maggio il Comune di Cernusco quando, in vista dei referendum sulla fecondazione, ha chiesto al Tribunale di Milano lo stato di esecuzione pena dell'illustre concittadino. Risposta: Frigerio è stato condannato a 6 anni e 5 mesi per concussione, corruzione, ricettazione, finanziamento illecito. Interdetto per 5 anni, non può votare al referendum pro o contro la legge sulla fecondazione che peraltro aveva votato alla Camera.
La sua è una storia strappalacrime. Nel 2001, visto che i milanesi si ricordavano ancora di lui, si candidò in Puglia, e per camuffarsi meglio si cambiò pure il nome sulla scheda: Carlo invece di Gianstefano. Se ne accorse Di Pietro, passando da quelle parti. Malo pseudo-Carlo non riuscì nemmeno a metter piede a Montecitorio per la foto di rito: il 31 maggio, mentre Casini inaugurava la nuova Camera, i carabinieri andavano ad arrestarlo. Prima agli arresti ospedalieri, per un presunto malore agli occhi, poi ai domiciliari grazie a un ricalcolo della pena, nel 2002 Frigerio veniva affidato in prova ai servizi sociali. Il giudice gli chiese dove intendesse rieducarsi. Lui rispose: «In Parlamento». Ottenne così il permesso di recarsi alla Camera, ma solo 4 giorni al mese. Vista la compagnia, la sua devianza rischiava di accentuarsi. Intanto, sul sito della Camera, il riquadro riservato al suo volto restava desolatamente vuoto. Metterci la foto segnaletica o le impronte digitali pareva brutto.

{Autore: Marco Travaglio}




fonte:http://www.mail-archive.com/altrinformazione@chiodofisso.org/msg00323.html[/blue][/b]




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