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Di questo attentato alla nostra salute avete saput


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#1 akela

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Inviato 08 luglio 2008 - 22:44:06

CREMONA - Nel formaggio avariato e putrefatto c'era di tutto. Vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro. Muffe, inchiostro. Era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico. E invece i banditi della tavola la riciclavano. La lavoravano come prodotto "buono", di prima qualità.
Quegli scarti, nella filiera della contraffazione, (ri)diventavano sottilette, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Materia "genuina" - nelle celle frigorifere c'erano sottilette datate 1980! - ripulita, mischiata e pronta per le nostre tavole. Venduta in Italia e in Europa. In alcuni casi, rivenduta a quelle stesse aziende - multinazionali, marchi importanti, grosse centrali del latte - che anziché smaltire regolarmente i prodotti ormai immangiabili li piazzavano, - senza spendere un centesimo ma guadagnandoci - a quattro imprese con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen (Germania). Tutte riconducibili a un imprenditore siciliano. Era lui il punto di riferimento di marchi come: Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del Latte di Firenze. E ancora: Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi, e altre multinazionali europee, in particolare austriache, tedesche e inglesi. E' quello che si legge nell'ordinanza del pm cremonese Francesco Messina. Un giro da decine di milioni di euro. Una bomba ecologica per la salute dei consumatori.
Le indagini - ancora aperte - iniziano due anni fa. A novembre del 2006 gli uomini della Guardia di Finanza di Cremona fermano un tir a Castelleone: dal cassone esce un odore nauseabondo. C'è del formaggio semilavorato, in evidente stato di putrefazione. Il carico è partito dalla Tradel di Casalbuttano ed è diretto alla Megal di Vicolungo (Novara). Le due aziende sono di Domenico Russo, 46 anni, originario di Partinico e residente a Oleggio. E' lui l'uomo chiave attorno al quale ruota l'inchiesta. E' lui il dominus di una triangolazione che comprende, oltre a Tradel e Megal, un terzo stabilimento con sede a Massazza, Biella, e una filiale tedesca. Tradel raccoglie, sconfeziona e inizia la lavorazione. Megal miscela e confeziona.
A Casalbuttano i finanzieri trovano roba che a vederla fa venire i conati. Prodotti caseari coperti da muffe, scaduti, decomposti e, peggio ancora, con tracce di escrementi di roditori. Ci sono residui - visibili a occhio nudo - degli involucri degli imballi macinati. Dunque plastica. Persino schegge di ferro fuoriuscite dai macchinari. La vera specialità della azienda è il "recupero" di mozzarelle ritirate dal mercato e stoccate per settimane sulle ribalte delle ditte fornitrici, di croste di gorgonzola, di sottilette composte con burro adulterato, di formaggi provenienti da black out elettrici di un anno prima. "Una cosa disgustosa - racconta Mauro Santonastaso, comandante delle fiamme gialle di Cremona -. Ancor più disgustoso - aggiunge il capitano Agostino Brigante - , è il sistema commerciale che abbiamo scoperto".
Non possono ancora immaginare, gli investigatori, che quello stabilimento dove si miscela prodotto avariato con altro prodotto pronto è lo snodo di una vera e propria filiera europea del riciclaggio. Mettono sotto controllo i telefoni. Scoprono che i pirati della contraffazione sono "coperti" dal servizio di prevenzione veterinaria dell'Asl di Cremona (omessa vigilanza, ispezioni preannunciate; denunciati e sospesi il direttore, Riccardo Crotti, e due tecnici). Dalle intercettazioni emerge la totale assenza di scrupoli da parte degli indagati: "La merce che stiamo lavorando, come tu sai, è totalmente scaduta... ", dice Luciano Bosio, il responsabile dello stabilimento della Tradel, al suo capo (Domenico Russo). Che gli risponde: "Saranno ***** suoi... " (delle aziende fornitrici, in questo caso Brescialat e Centrale del Latte di Firenze, ndr). Il formaggio comprato e messo in lavorazione è definito - senza mezzi termini - "*****". Ma non importa, "... perché se la merce ha dei difetti. .. io poi aggiusto, pulisco, metto a posto... questo rimane un discorso fra me e te... " (Russo a un imprenditore campano, si tratta la vendita di sottilette "scadute un anno e mezzo prima"). Nell'ordinanza (decine le persone indagate e denunciate: rappresentanti legali, responsabili degli stabilimenti, impiegati, altre se ne aggiungeranno presto) compaiono i nomi delle aziende per le quali il pm Francesco Messina configura "precise responsabilità". Perché, "a vario titolo e al fine di trarre un ingiusto profitto patrimoniale, hanno concorso nella adulterazione e nella contraffazione di sostanze alimentari lattiero-casearie rendendole pericolose per la salute pubblica". Il marchio maggiormente coinvolto - spiegano gli investigatori - è Galbani, controllato dal gruppo Lactalis Italia che controlla anche Big srl. "Sono loro i principali fornitori della Tradel. Anche clienti", si legge nell'ordinanza. Per i magistrati il sistema di riciclaggio della merce si basa proprio sui legami commerciali tra le aziende fornitrici e la Tradel. Con consistenti vantaggi reciproci. Un business enorme: 11 mila tonnellate di merce lavorata in due anni. Finita sugli scaffali dei discount e dei negozi di tutta Europa. Tremila le tonnellate vendute in nero. E gli operai e gli impiegati? Erano consapevoli. Lo hanno messo a verbale. Domanda a un'amministrativa: "Ha mai riferito a qualcuno che la merce era scaduta o con i vermi?". Risposta: "No, tutti lo sapevano".


L’impresa criminale che faceva capo a 4 aziende con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen in Germania, tutte riconducibili all’imprenditore siciliano Domenico Russo, ed era punto di riferimento per marchi come Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del latte di Firenze, Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi ed altre multinazionali europee, operava anche grazie alla connivenza delle Asl di competenza riciclando con l’ausilio di molta creatività gli scarti di formaggio avariato che avrebbero dovuto essere smaltiti.
Tali scarti, spesse volte forniti proprio dai grandi marchi di cui sopra, consistevano in formaggio avariato e putrefatto all’interno del quale si poteva trovare di tutto: vermi, escrementi di topi, pezzi di ferro, residui di plastica tritata, muffe ed inchiostro. Il materiale marcescente e maleodorante anziché venire smaltito subiva tutta una serie di lavorazioni che lo portavano a tornare sugli scaffali di discount ed ipermercati (spesso attraverso quegli stessi marchi che lo avevano venduto come rifiuto) sotto forma di sottilette, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, gorgonzola ed altre specialità casearie che venivano vendute come prodotti genuini ai consumatori.
La truffa nell’ambito della quale il gruppo Lactalis Italia che controlla Galbani sembra avere pesantissime responsabilità, non ha coinvolto solo l’Italia ma si è sviluppata a livello europeo, arrivando a produrre la lavorazione di oltre 11.000 tonnellate di formaggio avariato a fronte di un business economico di enormi proporzioni. Decine risultano essere le persone indagate e denunciate per un’attività criminale che oltre a produrre profondo disgusto ha determinato pesantissimi rischi per la salute pubblica.
Come ultima nota disarmante in questa scioccante vicenda va sottolineato il fatto che gli impiegati e gli operai delle ditte incriminate hanno verbalizzato di essere a conoscenza della situazione ma si sono guardati bene dal renderla pubblica, molto probabilmente per non rischiare di mettere a repentaglio il proprio posto di lavoro.

#2 akela

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Inviato 09 luglio 2008 - 09:20:18

Nel marzo 2007 il gruppo francese Lactalis ha acquistato la maggioranza (91,49%) del principale produttore croato di latte, Dukat, per 2,8 milioni di euro circa, diventando di fatto il secondo gruppo mondiale nei prodotti caseari.
Presente in 140 Paesi di tutto il mondo, il gruppo Lactalis è diventato oggi il principale produttore caseario d'Europa. La società conta attualmente 30.000 addetti, dei quali 13.000 operanti in 52 impianti all'estero.
Nel quadro del processo di integrazione Dukat ha assunto il ruolo di centro regionale Lactalis per Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Romania, Bulgaria e Albania. Con cinque impianti di produzione, Dukat è diventato il principale marchio regionale nel settore caseario, pertanto sarà interessante vedere in quale modo gestirà la transizione dal punto di vista del branding, oltre che verificare come l'infrastruttura globale di Lactalis verrà adottata nell'Europa orientale.

www.pleon.it/.../Panoramica%20dei%20principali%20cambiamenti%20a%20livello%20organizzativo%20in%20Europa.doc


3 giugno 2008 - 13.01
Il formaggio svizzero in mani francesi

Il più grande fabbricante elvetico di formaggio a pasta molle Baer, noto per il suo Camembert svizzero, passerà a luglio in mani francesi.
Il gruppo Lactalis ha acquistato tutte le azioni di Baer, comprese quelle possedute dal gruppo lattiero elvetico Emmi e dalla famiglia fondatrice. Il montante della transazione - che dovrebbe finalizzarsi in luglio - non è stato reso noto.
«Lactalis potrà assicurare la crescita della marca Baer sul mercato svizzero e creare degli sbocchi all'estero», hanno spiegato le due società in un comunicato congiunto. In un mercato del formaggio liberalizzato, le possibiliità di sviluppo autonomo sono in effetti limitate.
Basata a Küssnacht am Rigi, nel canton Svitto, Baer impiega 150 persone. Il caseificio fondato nel 1922 è conosciuto per i suoi camembert, tomme e altri formaggi a pasta molle. Nel 2007 ha realizzato una cifra d'affari di 40,8 milioni di franchi ed un utile netto di 300'000 franchi.
Lactalis si definisce dal canto suo il leader europeo dei formaggi (tra le sue marche figura pure la mozzarella Galbani). La sua sede si trova a Laval, nell'ovest della Francia. Opera in quasi 150 paesi ed impiega 35'000 persone. La cifra d'affari 2007 è stata di 9,6 miliardi di euro.

http://209.85.135.10...clnk&cd=2&gl=it


Elenco dei prodotti Lactalis

André Collet
B'A
Beulet
Boule d'Or
Bridel
Bridélice
Bridelight
Chaussée aux moines
Chèvretine
Dukat Mlijecna Industrija
Finetta
Foodmaster International
Fourme de Montbrison
Fromagerie du Pont de Pierre
Galbani
Invernizzi
Kunin
La Laitière
Lactel
Ladhuie
Lanquetot
Le Châtelain
Le Roitelet
Lepetit
Les Petits Amis
Locatelli
Louis Rigal
Marcillat
Maria Grimal
Mascarpone
McLelland
Moutain Farms
Nicolait
Péché Mignon
Pizzaiola
Pochat
Polser
Président
Raguin
Rondelé
Rouy
Saint Morgon
Salakis
Santa Lucia
Société
Sorrento
Sveltesse
Vallée
Valmont
Yoco


Lactalis vende anche a Carrefour, Auchan e Lidl che rimarcano col loro nome



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