CFS CHRONIC FATIGUE SYNDROME
QUANDO LA STANCHEZZA DIVENTA UNA MALATTIA
“Dottore, sono stanco” è forse una delle frasi più frequentemente pronunciate negli ambulatori di medicina generale. Guardiamo il viso del nostro paziente e pur sapendo che non è uno svogliato, ci riferisce che fa fatica a lavorare, a svolgere le attività quotidiane normali pur non essendo un periodo di particolare stress emotivo, psichico o lavorativo. Magari ha fatto un episodio infettivo seppur banale qualche settimana prima e da allora è comparsa questa stanchezza che perdura e non ci convince. Il paziente è spesso giovane, frequentemente di sesso femminile, e allora dopo una visita accurata che non rivela nulla di patologico se non a volte una modesta faringodinia e/o una linfoadenopatia latero-cervicale o ascellare proponiamo degli accertamenti in primo luogo emato¬chimici che escludano le patologie più rilevanti.
Torna il paziente dopo una terapia “ricostituente” spesso incon¬cludente e con nostra delusione gli esami sono normali. Torniamo ad esaminare il paziente che magari ci riferisce anche dei periodi con febbricola (37,5°C) ma non troviamo nulla di nuovo. Pensiamo a un fatto depressivo e il più delle volte purtroppo prescriviamo un antidepressivo che peggiora la situazione. A questo punto vale la pena prendere in considerazione la “sindrome da stanchezza cronica” mal tradotta in italiano per una sfumatura di svogliatezza che comporta, meglio conosciuta come “Chronic Fatigue Sindro¬me” negli Stati Uniti o “Encefalomielite mialgica” in Gran Bretagna dove la prevalenza della sindrome è del 0,42% e 0,5% rispettiva¬mente. In Italia non sono state svolte indagini epidemiologiche per questa sindrome. Pertanto la sua reale presenza nella popolazio¬ne è sconosciuta.
I criteri diagnostici sono stati sviluppati nel _994 da Fukuda et al. del CDC di Atlanta, Stati Uniti e comportano due criteri maggiori e la presenza di almeno 4 di 8 criteri minori. I criteri maggiori inclu¬dono: _) la presenza di una stanchezza cronica debilitante che non si risolve con il riposo a letto e che riduca le attività quotidiane o di lavoro o di studio per almeno il 50% per una durata di almeno sei mesi e 2) l’esclusione di qualsiasi altra causa di stanchezza. I criteri minori comprendono: disturbi neurologici quali perdita della memoria, difficoltà di concentrazione, rallentamenti psichici, ce¬falee, febbricola, faringodinia, linfadenomegalia laterocervicale o ascellare (di diametro <2cm), insonnia, artromialgie senza artrite, stanchezza post esercizio fsico che non si risolve con il riposo. Purtroppo la causa della sindrome è tutt’ora sconosciuta, non ci sono esami diagnostici patognomonici nè terapia eziologica. La prognosi è variabile in quanto pochi guariscono, la maggioranza va incontro a un decorso di ricadute e remissioni ma nel complesso verso un progressivo peggioramento. Pochi rimangono stazionari e qualcuno migliora. La terapia consigliata è di tipo cognitivo-com-portamentale per aiutare il paziente ad accettare la condizione cronica della sua patologia e di tipo kinesiterapeutica con un pro¬gressivo aumento degli esercizi aerobici per mantenere tonificata la muscolatura.
Criteri clinici di esclusione per la CFS: Malattie oncologiche Malattie autoimmuni/reumatologiche Infezioni locali, occulte o sistemiche, subacute, croniche da batte¬ri, funghi, parassiti, virus (incluso HIV ed epatiti croniche) Patologie psichiatriche come depressione bipolare, schizofrenia, demenza, anoressia o bulimia nervosa
Patologie infiammatorie croniche (es. granulomatosi di Wegener, sarcoiodosi)
Malattie neuromuscolari (es. miastenia gravis sclerosi multipla)
Patologie endocrine ipotiroidismo m. di Addison, m. di Cushing IDDM
Tossicodipendenza (alcool droghe psicofarmaci)
Patologie croniche: cardiache, gastrointestinali, epatiche, renali o ematologiche conosciute.
Esami di laboratorio consigliati come screening di routine per la CFS:
Esame emocromocitometrico con formula leucocitaria, VES, PCR, AST, ALT, gammaGT, CPK, LDH, Protidemia ed elettroforesi siero-proteica, Creatininemia, Glicemia, Elettroliti e calciemia, Es. urine, TSH, Sideremia, Fattore reumatoide e ANA.
I centri specializzati per la diagnosi di questa sindrome sono: a Chieti presso il Dipartimento Medico e di scienze dell’invecchia¬mento Prof. Pizzigallo e Dott.ssa Raccatti, ad Aviano presso il Centro di Riferimento Oncologico, Prof. Tirelli e un centro multi¬disciplinare presso l’Università di Pavia guidata dal Prof. Ricevuti della Clinica Città di Pavia. Infine presso il laboratorio di immuno-genetica del Dipartimento di Genetica e Microbiologia si sta svi¬luppando una banca biologica di DNA, RNA, siero e globuli rossi per lo studio dell’immunologia della sindrome in quanto parecchi parametri immunologici altamente specialistici sono alterati ma il loro significato non è ancora chiaro.


