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La Stampa-Salute: Sindrome da stanchezza cronica: è una realtà - Una ricerca autorevole

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Inviato 26 febbraio 2015 - 09:13:16

Sindrome da stanchezza cronica: è una realtà

 

http://www.lastampa....vxH/pagina.html

 

Un nuovo studio trova che nei pazienti affetti da stanchezza cronica vi sono delle anomalie cerebrali. Queste evidenti differenze nel cervello dei pazienti con CFS rispetto a quelle di persone sane dimostrano che la sindrome è reale, e non solo frutto di ipocondria o semplice stress

 

Grazie alla risonanza magnetica per immagini (o MRI) si sono potute identificare una serie di anomalie cerebrali nei pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica (o Chronic Fatige Syndorme – CFS). Queste anomalie fanno della CFS una realtà e soprattutto possono essere fondamentali per una diagnosi accurata e per trovare quello che è il meccanismo alla base del processo di sviluppo della malattia.

La sindrome da stanchezza cronica – come descritto dall’Osservatorio Malattie Rare “è un disturbo caratterizzato da una stanchezza prolungata, persistente e debilitante, e da una serie di sintomi non specifici correlati. Affligge solitamente soggetti adulti tra i 20 e i 40 anni, che lamentano una stanchezza disabilitante per la quale il riposo non è di alcun aiuto, e che si aggrava con l’attività fisica e intellettuale. Per alcuni pazienti la gravità della sindrome è tale da non permettere loro di portare avanti le proprie attività occupazionali.Colpisce prevalentemente le donne e ha un’incidenza stimata tra lo 0,4 e l’1 per cento”.

Chi ne è colpito, “fatica” letteralmente a vivere. Per cui la possibilità di far luce su questa patologie e la sua eziologia (ossia l’origine) è fondamentale. E questo nuovo studio della Stanford University School of Medicine permette dunque di compiere un passo avanti in questa direzione.
Non è raro per i pazienti con CFS aver a che fare con diverse errate caratterizzazioni della loro condizione. Spesso poi vengono sospettati di ipocondria, o semplice stress, prima di ricevere una vera diagnosi di CFS. Le anomalie cerebrali individuate nello studio si spera possano finalmente aiutare a risolvere tali ambiguità.
«Per mezzo dell’utilizzo di un trio di sofisticate metodologie di imaging – spiega il dott. Michael Zeineh, assistente professore di radiologia – abbiamo scoperto che il cervello dei pazienti con CFS diverge da quello dei soggetti sani in almeno tre modi diversi».

«La CFS è una delle più grandi sfide scientifiche e mediche del nostro tempo – aggiunge il dott. Jose Montoya, autore senior dello studio e professore di malattie infettive e medicina geografica – I suoi sintomi spesso includono non solo la fatica opprimente, ma anche dolori articolari e muscolari, mal di testa, inabilità, intolleranze alimentari, mal di gola, ingrossamento dei linfonodi, problemi gastrointestinali, eventi anomali nella pressione sanguigna e del battito cardiaco, e ipersensibilità alla luce, al rumore o altre sensazioni».
La combinazione dei sintomi può devastare la vita di un paziente per 10, 20 o anche 30 anni, sottolinea Montoya che, per questo studio, ha seguito 200 pazienti con CFS per diversi anni nel tentativo di identificare i meccanismi alla base della sindrome. Egli spera di accelerare lo sviluppo di trattamenti più efficaci rispetto a quelli disponibili oggi.

«Oltre a fornire un potenziale biomarcatore diagnostico CFS-specifico – prosegue Montoya – che stiamo disperatamente cercando da decenni, questi risultati promettono di identificare l’area o le aree del cervello in cui la malattia ha dirottato il sistema nervoso centrale».

«Se non si comprende la malattia, è come se si stesse giocando a freccette da bendati – sottolinea il dott. Zeineh – Ci siamo chiesti se l’imaging cerebrale potesse rivelare qualcosa di concreto che differisce tra il cervello dei pazienti con CFS e quelle delle persone sane. E, curiosamente, lo ha fatto».

I ricercatori della Stanford hanno messo a confronto le immagini cerebrali di 15 pazienti con CFS con quelle di 14 volontari sani, appaiati per età e sesso, senza storia di fatica o di altre condizioni che causano sintomi simili a quelli della CFS.
L’analisi finale ha prodotto tre risultati degni di nota. In primo luogo, una risonanza magnetica ha mostrato che il contenuto complessivo della sostanza bianca del cervello dei pazienti CFS, rispetto a quella dei soggetti sani, era ridotto. Queste zone, spiegano i ricercatori, sono specializzate nell’elaborazione di informazioni, e sono le prime a trasmettere le informazioni da una parte del cervello all’altra.

Il dott. Zeineh ha commentato che tale constatazione non era del tutto inaspettata. Si pensa infatti che la CFS coinvolga l’infiammazione cronica, molto probabilmente come risposta immunologica prolungata a una infezione virale non ancora specificata. L’infiammazione, nel frattempo, è nota per pretendere un particolare tributo sulla materia bianca.
Tuttavia, vi è stata una seconda scoperta del tutto inaspettata. Utilizzando un avanzata tecnica di imaging (diffusion-tensor imaging), che è particolarmente adatta a valutare l’integrità della sostanza bianca, Zeineh e colleghi hanno identificato un’anomalia consistente in una particolare parte di un tratto del nervo nell’emisfero destro del cervello dei pazienti con CFS. Questo tratto, che collega due parti del cervello chiamate lobo frontale e lobo temporale, è noto come fascicolo arcuato longitudinale superiore. E questo, nei pazienti con CFS, assume un aspetto anomalo.
Oltre a ciò, è stata osservata una forte correlazione tra il grado di anormalità nel fascicolo arcuato del paziente con CFS e la gravità della condizione – così come valutato dalle prestazioni misurate in un test psicometrico standard utilizzato per valutare la fatica.

«Questo studio è stato un inizio. Ci mostra dove guardare, conclude Zeineh, ricordando che ora sono in fase di pianificazione di uno studio sostanzialmente più grande.
I risultati completi della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Radiology.
 

 



#2 Falco

Falco

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  • 1.387 messaggi

Inviato 26 febbraio 2015 - 12:09:04

Grazie....
Speriamo scoprino di più




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