

Medicina somatopsichica per la pelle
La cute, come altri organi, è capace di produrre «messaggeri nervosi». Che possono essere sfruttati in terapia
FIRENZE - Medicina psicosomatica? Passata di moda. Ora sulla cresta dell’onda c’è la medicina somatopsichica. La differenza la spiega il professor Torello Lotti, ordinario di dermatologia dell’Università di Fierenze, che sull’argomento («La pelle come teatro della mente») ha organizzato un congresso in programma nel capoluogo toscano il 27 Maggio. «Oggi preferiamo parlare di medicina somatopsichica, mettendo l’accento sul “soma” cioè sul corpo, perché è ormai assodato che il nostro organismo si comporta come se fosse una specie di “cervello diffuso”, capace di produrre sostanze che agiscono come messaggeri nervosi anche in organi diversi dall’encefalo».
PEPTIDI - «Queste molecole, che tecnicamente vengono chiamate neuropeptidi, sono prodotte, per esempio, dalle cellule della pelle, e agiscono sia a livello locale sia a distanza, attraverso la circolazione sanguigna» chiarisce l'esperto. «A Firenze siamo stati tra i primi a fornire le prove a sostegno di questa nuova visione, quando alcuni anni fa abbiamo scoperto che i cheratinociti, le cellule che formano lo strato più esterno della cute, in risposta a infezioni virali , oppure all’irraggiamento con ultravioletti B, producono una pro-opio-melanocortina, che viene poi scissa in due parti dall’organismo. Una si chiama Acth, e interviene sulla produzione di cortisolo e di altri ormoni, l’altra si chiama msf-alfa ed è un potentissimo immunosoppressore che agisce nelle malattie infiammatorie della pelle.
«Ciò significa» prosegue il professor Lotti, « che la pelle, così come per esempio il sistema immunitario, sa influenzare in modo diretto l’asse psico.-neuro-endocrino-immunologico, e riveste quindi un ruolo che può essere sfruttato in terapia». «Nel caso della pelle» illustra lo specialista, « E’ ormai provato il ruolo di questi peptidi, per esempio, nelle malattie infiammatorie della pelle più comuni, come la vitiligine, la psoriasi e l’eczema atopico»
CONSEGUENZE PRATICHE In pratica questa nuova visone potrebbe tradursi in una rinnovata «cooperazione» nel trattamento di queste patologie. Se da un lato, infatti, riassume dignità il ruolo della psicoterapia, che può intervenire «dall’alto» attivando per via cerebrale una serie di peptidi capaci di far sentire il loro effetto sulla pelle, dall’altro è possibile incorporare sostanze uguali o analoghe in creme o farmaci, che sono già in fase di sperimentazione sull’uomo di creme e che potrebbero essere in farmacia tra qualche anno.
Luigi Ripamonti18 maggio 2006
http://www.corriere....opsichica.shtml