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VITTORIA

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Inviato 16 maggio 2006 - 01:01:17


L'uomo senza testa e l'uomo senza corpo


Mens sana in corpore sano

Il fatto che esista un legame tra la psiche e il corpo è un'antica intuizione dell'uomo: Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi.
L'esistenza di tale legame è riscontrabile nelle tradizioni popolari, così come nella prassi della medicina da quando questa esiste come scienza. “Anche il più ignorante sa che la gioia e la tristezza sono accidenti dell’anima e che la gioia fa ingrassare il corpo, mentre la tristezza lo fa dimagrire”: così scriveva un chirurgo medioevale, Henry de Mondeville.
Ciascuno di noi, se riflette un pò su molti dei suoi più comuni malanni, può riscontare un nesso tra il loro insorgere e certi particolari stati d’animo in un numero ragguardevole di circostanze.
La relazione tra stato psichico e malattia organica è diventato tuttavia solo in tempi relativamente recenti una vera e propria disciplina scientifica, la “medicina psicosomatica”.
Tale scienza vuole colmare una lacuna della medicina moderna che con le sue superspecializzazioni trascura a volte l’unità psicofisica dell’uomo. Studiando approfonditamente ciascun organo, e con mezzi e tecniche sempre più sofisticati, rischia, infatti, di commettere un grave errore.
L’errore, come già lamentava il noto psichiatra Paolo Pancheri più di vent’anni fa, di curare un uomo senza testa, mentre la psichiatria e la psicologia, dal canto loro, guardano eminentemente ad un uomo senza corpo. Il progresso impressionante delle metodiche diagnostiche e terapeutiche della medicina negli ultimi due decenni, spesso slegato dall’ascolto del paziente e delle sue dinamiche psichiche, rende purtroppo ancora attuali dopo tanti anni le parole di Pancheri.
In altre parole, ancora troppo raramente il medico si chiede che storia umana, culturale e sociale ci sia dietro il malato che sta curando, troppo preso dalla cura della malattia e non abbastanza della persona che ne è afflitta.
D’altro canto è anche vero che non sempre lo psicologo e lo psichiatra effettuano un’adeguata diagnosi differenziale per escludere eventuali disfunzioni o malattie di natura organica che potrebbero essere responsabili di sintomi psichici.

Lo stress

E’ impossibile illustrare qui, anche per sommi capi, i principi generali della medicina psicosomatica. Desidero tuttavia fare alcune riflessioni su come emozioni ed eventi stressanti possano incidere anche pesantemente sulla salute. Tra le cause di molte malattie, grande imputato è lo stress, anche se il nesso tra evento stressante e insorgere della malattia, non sempre è evidente, soprattutto ad un’osservazione poco approfondita. Anzi, il paziente affetto da una malattia di origine psicogena, spesso sente il bisogno di negare questo nesso e lo rifiuta recisamente se il medico glielo suggerisce. E’ infatti ancora assai presente un atteggiamento culturale, retaggio di antichi pregiudizi, secondo il quale, così come lo psicologo e lo psichiatra sono i “medici del pazzi”, la malattia psicosomatica è una “malattia immaginaria”, priva di dignità e immeritevole di cure serie e approfondite. Qualunque avvenimento può essere vissuto come stressante, a seconda della situazione personale, culturale e sociale della persona che lo vive; alcune situazioni, poi, lo sono oggettivamente, sebbene lo stress possa essere sperimentato con maggiore o minore intensità. In particolare, è causa di stress tutto quanto può essere considerato una perdita: un lutto, la separazione dal coniuge o dai figli, la perdita del posto di lavoro, incidenti più o meno invalidanti. Più in generale, possono essere percepiti come stressanti cambiamenti di vita che il paziente non è in grado di fronteggiare con la dovuta flessibilità emotiva: ad esempio una promozione sul lavoro, se chi la raggiunge non ha abbastanza fiducia in se stesso ovvero se si impone obiettivi molto al di sopra delle sue reali capacità. Caratteristica risposta allo stress dovuto alla perdita e al cambiamento di vita è la cosiddetta “sindrome del nido vuoto”: un nome suggestivo per descrivere una costellazione di sintomi assai penosa da vivere. Si tratta della crisi che attraversano alcune donne quando, nell’età della menopausa, si trovano ad affrontare tutti assieme “lutti” e cambiamenti: i figli che si allontanano e hanno sempre meno bisogno di loro, il corpo che cambia, l’assenza di ruoli e significati vicarianti, soprattutto in quelle donne che hanno affidato al ruolo di madre e di moglie l’unica fonte di realizzazione personale.

Il linguaggio dei sintomi


Secondo la medicina psicosomatica, molte malattie organiche si manifestano obbedendo a un ben preciso “linguaggio del corpo”; attraverso questo particolare linguaggio, l’organismo, inteso come unità psicofisica, fa emergere all’esterno un disagio di natura psichica. Ciascuno di noi avrebbe dunque un organo, o un apparato di organi che funge da bersaglio, su cui scaricare le tensioni. La medicina psicosomatica interpreta la “scelta” dell’organo bersaglio come un “messaggio” proveniente dalla profondità della persona ammalata. Così, ad esempio, il vomito potrebbe rappresentare simbolicamente l’espressione di un tentativo di espellere violentemente dal proprio corpo qualcosa che si rifiuta. Caratteristico il vomito gravidico incoercibile e fuori dalla norma, in donne perfettamente sane che hanno difficoltà ad accettare pienamente la gravidanza. A seconda del “bersaglio” scelto dall’organismo, possono verificarsi turbe psicosomatiche a carico di vari apparati. Tra le manifestazioni più frequenti, quelle a carico: - dell’apparato cardiovascolare: dalle cosiddette “nevrosi cardiache”, all’ipertensione essenziale; - della funzione respiratoria: ad esempio alcuni tipi di asma; - dell’apparato digerente: assai frequente la colite spastica; - della funzione nutrizionale: ad esempio nell’obesità, quando il cibo assume per il paziente una funzione simbolica sostitutiva o compensatoria per qualcosa che gli è negato o che si nega egli stesso, o, al contrario, nelle varie forme di rifiuto del cibo ad origine psicogena. - dell’apparato riproduttivo: con turbe che si manifestano ad esempio con la difficoltà o l’impossibilità di avere rapporti sessuali, con deficit di erezione nell’uomo e difficoltà di penetrazione nella donna, fino ad arrivare addirittura alla sterilità psicogena. Per la medicina psicosomatica, dunque, molte malattie possono essere interpretate secondo la chiave di lettura del rapporto psiche-soma. Studi recenti sull’argomento mettono in luce persino una stretta interdipendenza tra alcune caratteristiche di personalità e l’instaurarsi di tumori, nonché una notevole incidenza di guarigioni in pazienti psicologicamente disposti ad affrontare con consapevolezza il loro male.

In conclusione

Conoscere a quanti e quali pericoli si va incontro con una vita eccessivamente oberata di eventi stressanti potrebbe già di per sé favorire la scelta di stili di vita adeguati, con notevoli effetti preventivi. In altre parole, decidere di cambiare vita, o lavoro, quando è possibile, oppure scegliere modalità adattive sane, quando il cambiamento non è possibile, forse è un primo passo per evitare di ammalarsi. Ma chi è già ammalato e prende consapevolezza che alla base della propria sofferenza potrebbero esserci delle problematiche psicologiche o esistenziali, deve sapere che ci si può curare anche senza ricorrere solo e necessariamente alle terapie farmacologiche.

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VITTORIA
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