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"La Sindrome da Stanchezza Cronica"


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Inviato 28 aprile 2006 - 00:11:55

Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica
Milano - 11 Dicembre 2004


La Sindrome da Stanchezza Cronica

dottor Fabrizio Conti

La Sindrome da Stanchezza Cronica (Chronic Fatigue Syndrome, CFS) è una condizione morbosa caratterizzata da un complesso di sintomi soggettivi e di segni clinici di tipo pseudo-influenzali dominati da un’astenia persistente e invalidante.

Nonostante l’interesse piuttosto recente intorno a questa sindrome, molto probabilmente la CFS non è un’entità clinica nuova, è possibile, infatti, rintracciare in letteratura segnalazioni di quadri clinici simili alla CFS che hanno assunto in passato diverse denominazioni (Reumatismo Muscolare, Febricula, Esaurimento Nervoso, Neurastenia, Brucellosi Cronica, Candidiasi Cronica, Sindrome da Allergia Totale, Mononucleosi Cronica). Per mettere ordine tra queste contraddittorie osservazioni nel 1987 è stata messa a punto, presso la Division of Viral Disease dei Centers of Disaese Control di Atlanta, una definizione di caso della CFS con i criteri operativi cui attenersi per la diagnosi. Tale definizione, così come la versione riveduta del 1994, si basa soltanto su sintomi e segni clinici, non essendo tuttora disponibile un test strumentale o di laboratorio diagnostico per la CFS. Due sono i criteri maggiori che debbono essere soddisfatti: il primo specifica le caratteristiche della stanchezza che deve essere debilitante e persistere da almeno sei mesi, non deve risolversi con il riposo a letto e risultare così grave da ridurre di oltre il 50% l’abituale attività fisica del soggetto. Il secondo criterio maggiore impone al medico di escludere, mediante una valutazione molto accurata basata sulla scrupolosa raccolta anamnestica, sull’esame clinico e appropriati test di laboratorio, qualsiasi condizione morbosa nota che possa essere responsabile di una sintomatologia simile a quella della CFS. Oltre ai due criteri maggiori descritti, secondo la versione della definizione di caso del 1994, devono associarsi perlomeno quattro dei seguenti sintomi: difficoltà di concentrazione e/o memoria, faringodinia, linfoadenopatia cervicale o ascellare, mialgie, dolori articolari, cefalea qualitativamente diversa da quella che il paziente può aver esperito prima della comparsa della stanchezza, sonno non ristoratore e malessere prolungato dopo esercizio fisico. Questi sintomi debbono essere insorti contemporaneamente o dopo la stanchezza e persistere o ricorrere da almeno sei mesi.

L’età più colpita è quella compresa tra i 35 e i 40 anni ma esistono casi ben documentati di bambini e anziani affetti da CFS. Questa patologia presenta una particolare predilezione per il sesso femminile: circa il 70% dei casi. Recenti studi epidemiologici evidenziano una prevalenza nella popolazione generale superiore a quella inizialmente stimata, da 1 a 2.6 su 1000 soggetti adulti soddisfano i criteri CDC della definizione di caso. Tra i soggetti affetti da fatica persistente la diagnosi di CFS è stata formulata in alcune indagini nel 2-5% dei casi, mentre in altre fino al 19-30% dei casi.

È inoltre importante un’accurata valutazione psichiatrica per svelare un’eventuale patologia depressiva sottostante. La depressione maggiore rappresenta infatti la causa più frequente di affaticamento cronico. Va comunque ricordato che, sebbene molti pazienti presentino disturbi depressivi, numerose evidenze indicano che i sintomi della CFS non rappresentano semplicemente manifestazioni atipiche della depressione maggiore. In primo luogo diversi sintomi presenti nella CFS, quali la faringodinia, la linfoadenopatia, le artralgie e il malessere dopo sforzo non sono affatto caratteristici di un disturbo psichiatrico. D’altro canto i pazienti con CFS non presentano quei sintomi classicamente legati alla depressione maggiore: anedonia, senso di colpa, mancanza di motivazioni.

Tra le ipotesi patogenetiche per la CFS, quella che chiama in causa gli agenti infettivi ha sempre riscosso profonda attenzione. Poiché i pazienti molto spesso descrivono l’insorgenza della sintomatologia conseguente ad un episodio di tipo influenzale, una notevole mole di studi è stata finalizzata all’individuazione di un agente infettivo responsabile della patologia. In ogni modo nessuno degli studi effettuati finora permette di trarre conclusioni definitive sulla relazione tra infezioni e CFS, non c’è infatti nessuna evidenza di una trasmissione respiratoria, enterica e sessuale della malattia e, nonostante piccoli focolai epidemici, la maggior parte dei casi sono sporadici. Attualmente si ritiene probabile che un agente infettivo possa essere coinvolto nell’innesco o nel mantenimento dei sintomi della CFS anche se tuttora non si dispone di prove convincenti al riguardo.

Inoltre una grande varietà di anomalie immunologiche, spesso non univoche e contraddittorie, è stata descritta nei pazienti con CFS. Sono stati evidenziati numerosi marker di immuno-attivazione: immuno-complessi circolanti, autoanticorpi, incremento delle immunoglobuline sieriche di classe G, ridotti livelli sierici di IgA. Per quanto riguarda le cellule del sistema immunitario i riscontri più convincenti riguardano la frequente descrizione di una depressa attività delle cellule natural killer e l’aumentata espressione sulla superficie dei linfociti di marker di attivazione cellulare.

Inoltre la CFS è stata più volte associata con le malattie allergiche: oltre il 65% dei pazienti riferisce una storia premorbosa di allergie ad inalanti, cibo o farmaci e presenta anticorpi diretti verso i comuni allergeni rivelati mediante skin test e RAST (radioallergosorbent test).

Un’ipotesi patogenetica unificante propone che agenti infettivi, chimici o allergeni possano determinare, in soggetti predisposti, una cronica stimolazione del sistema immunitario con conseguente inappropriata liberazione di proteine flogistiche dette citochine che sarebbero responsabili del variegato quadro clinico della CFS.


Attenzione: questo testo è stato postato sotto diretta autorizzazione dell'autore dr. F.Conti
VITTORIA
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