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#1 VITTORIA

VITTORIA

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Posted 07 November 2008 - 20:06:06

Dal CORRIERE DELLA SERA.IT
http://www.corriere....44f02aabc.shtml



Fibromialgia, il dolore al femminile

Colpisce una donna in 9 casi su 10
coinvolti fisico, emozioni e relazioni
Difficile la diagnosi


Intervista a Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da. e al Dr. Puttini
di Elena Meli
03 novembre 2008

È una malattia al femminile. La fibromialgia riguarda due milioni di italiani, ma nel 90 per cento dei casi si tratta di donne: pensando a loro l'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N.Da) ha appena pubblicato un opuscolo informativo che si può richiedere o scaricare sul sito dell'Osservatorio. Temi centrali, la necessità della diagnosi e un approccio a tutto tondo indispensabile per tornare a stare davvero bene: perché la fibromialgia è un disturbo che coinvolge il fisico, che ha però pesanti ripercussioni sulle emozioni e sulle relazioni sociali.

DIAGNOSI – Il primo passo è riconoscerla: tutt'altro che facile, perché spesso e volentieri chi soffre di fibromialgia viene considerato alla stregua di un malato immaginario. Il perché lo spiega Piercarlo Sarzi-Puttini, direttore dell'Unità di Reumatologia dell'Ospedale Sacco di Milano e presidente dell'Associazione Italiana (AISF): «Sebbene assomigli a una malattia articolare, la fibromialgia non è artrite e non causa deformità articolari. È infatti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli: per questo non comporta alterazioni negli esami di laboratorio, che quindi non riescono a identificarla. La diagnosi dipende dai sintomi che il paziente riferisce e ciò può portare a considerarli problemi immaginari o non importanti. Naturalmente non è così». Il sintomo principale è il dolore, che però si associa spesso a una sfilza di guai: disturbi del sonno, mal di testa, stanchezza, colon irritabile, dolori al torace, difficoltà di concentrazione e di memoria, disturbi affettivi. Esistono linee guida per la diagnosi, ma riconoscere la fibromialgia resta complicato: «Con una normale visita tutto sembra solitamente nella norma e le persone possono apparire sane», dice Sarzi-Puttini. «Però un attento esame dei muscoli rivela la presenza di aree dolenti in sedi specifiche, i cosiddetti tender points, che aiutano a differenziare la fibromialgia da altre condizioni cliniche. Non tutti i medici sono a conoscenza di questa sindrome, ma la maggior parte dei reumatologi sa come eseguire la valutazione dei tender points per arrivare a una diagnosi di fibromialgia».

CONSEGUENZE PSICOLOGICHE – «Spesso i pazienti affetti da fibromialgia si sottopongono a molti test e vengono visitati da numerosi specialisti mentre sono alla ricerca di una risposta sulla causa della loro malattia», aggiunge Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da. «Questo porta a paura e frustrazione, che può aumentare la percezione del dolore. Viene spesso detto ai pazienti che, poiché obiettivamente non hanno nulla e gli esami di laboratorio risultano nella norma, non hanno una reale malattia. I familiari, gli amici e spesso il medico di famiglia possono quindi dubitare dell’esistenza di tali disturbi, aumentando l’isolamento, i sensi di colpa e la rabbia nei pazienti». Per questo è importante una strategia terapeutica che affronti anche il disagio psicologico, soprattutto in chi per colpa dei sintomi finisce per non poter più svolgere normalmente il proprio lavoro e vede peggiorare di giorno in giorno la sua vita di relazione. «Alla componente fisica si associano sempre sia aspetti emozionali (cali dell’umore e sintomi ansiosi) che ambientali (il contesto culturale e relazionale del paziente riferito al dolore)», interviene Riccardo Torta, direttore della Sezione di Psicologia Clinica e Oncologica dell'università di Torino. «Poi ci sono gli aspetti cognitivi, ovvero il significato che si attribuisce al proprio dolore e l’atteggiamento, passivo o attivo, verso la malattia e i trattamenti. Ecco quindi l’importanza dell’approccio “biopsicosociale”, che deve tenere conto allo stesso tempo della componente fisica, emozionale e relazionale del problema. La frequente sovrapposizione di ansia, depressione e stress cronico nella fibromialgia», continua Torta, «spiega il motivo dell’impiego di psicoterapie e di antidepressivi: le prime per agire sulle componenti cognitive, comportamentali e relazionali della sofferenza, i secondi utilizzati non solo per migliorare il tono dell’umore, ma anche per intervenire sulla componente dolorosa, verso la quale questi farmaci esercitano una diretta azione di contenimento agendo sui meccanismi di stress». Poi, sapere di non essere malati immaginari aiuta: è anche per questo che O.N.Da ha curato la pubblicazione del nuovo opuscolo sulla fibromialgia, ricco di consigli e suggerimenti utili. «Perché l’educazione e la conoscenza della malattia giocano un ruolo importante nella strategia terapeutica», conclude Merzagora.
VITTORIA
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