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#1 cri68

cri68

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Inviato 10 settembre 2008 - 00:45:21

fonte: http://www.corriere....44f02aabc.shtml

medici non la conoscono abbastanza

Fibromialgia: un rebus per i medici,
un calvario per i malati
Qualità della vita in picchiata per i pazienti, spesso perfino costretti a lasciare il lavoro



E' una delle forme più comuni di dolore cronico. Eppure se ne sa davvero poco, tanto che c'è chi si è perfino spinto a dubitare che esista. Ma la fibromialgia è un problema, eccome: lo sottolineano i risultati del Fibromyalgia Global Impact Survey, presentati a Parigi in occasione dell'ultimo congresso dell'European League Against Rheumatism. Si tratta di uno degli studi più ampi sull'argomento, condotto all'inizio del 2008 sotto l'egida dell'European Network of Fibromyalgia Associations (ENFA) proprio per migliorare le conoscenze in materia di fibromialgia e soprattutto facilitare le diagnosi.

QUALITA' DELLA VITA – L'indagine ha coinvolto 800 pazienti e 1622 medici (metà generici, metà specialisti) da otto nazioni (Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Olanda, Messico e Corea del Sud); tutti sono stati intervistati per capire l'impatto della malattia sulla qualità della vita e le conoscenze in materia da parte dei medici. I risultati non lasciano indifferenti, perché dipingono una vita quotidiana fatta di sofferenze: in media i pazienti soffrono da 6 a 11 sintomi correlati alla fibromialgia, dal dolore cronico diffuso, all'affaticamento, ai disturbi del sonno. Sintomi che, riferiscono i malati, compromettono la qualità della loro vita in maniera più che significativa: con la fibromialgia cambia l'umore, si riducono concentrazione e memoria, diventa difficile muoversi. E perfino lavorare: in Europa circa la metà dei pazienti perde in media dieci giorni lavorativi all'anno per colpa della malattia. Uno su cinque finisce per abbandonare addirittura l'impiego e resta senza stipendio per vivere; in Spagna questo accade addirittura a un malato su tre, con tutto un corollario di difficoltà finanziarie e nella vita quotidiana che si possono ben immaginare.

DIAGNOSI – Ma ciò che forse colpisce ancora di più è l'odissea che i pazienti devono affrontare prima di arrivare a una diagnosi. Che di per sé non sembrerebbe poi così difficile: il dolore deve essere diffuso e presente da almeno tre mesi, non deve avere altre cause riconosciute e devono essere presenti almeno 11 punti «molli», specifiche aree del corpo che sono estremamente sensibili al tatto durante l'esame obiettivo. Invece occorrono in media due anni, due anni e mezzo per avere la diagnosi e si finiscono per consultare due, ma anche fino a quattro medici diversi prima del verdetto. I motivi sono sostanzialmente di due tipi: prima di tutto, sono i pazienti stessi a non conoscere la fibromialgia e i suoi sintomi; aspettano da 5 a 18 mesi prima di rivolgersi al medico e provano cure fai da te pensando che prima o poi i dolori spariranno. Ma forse contano ancora di più le incertezze dei medici: l'indagine rivela che i dottori non hanno dimestichezza con la fibromialgia e ci pensano più volte prima di azzardare la diagnosi. Molti ammettono di non saperne distinguere i sintomi, di conseguenza non sorprende scoprire che la fibromialgia è spesso misconosciuta e poco diagnosticata.

IMPATTO - «I risultati di questa inchiesta sono preoccupanti: i medici non hanno strumenti per trattare i malati, né le conoscenze per farlo», ha osservato uno degli autori, Ernest Choy del Dipartimento di Reumatologia del King's College di Londra. «Occorrono iniziative di educazione e training dei medici: le autorità sanitarie dovrebbero occuparsene». «Lo studio chiarisce una volta per tutte i problemi, reali e tangibili, che i pazienti con fibromialgia sono costretti ad affrontare», interviene Robert Boelhouver, presidente ENFA. «Spero che l'indagine riesca a generare un dialogo fra autorità sanitarie e cittadini per migliorare la diagnosi e la gestione della malattia, per ridurre l'enorme impatto che a oggi essa continua ad avere in Europa e in tutto il mondo».

Elena Meli
09 settembre 2008

Messaggio modificato da cri68, 10 settembre 2008 - 14:12:52

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Le mie compagne di "NON VITA ":Fibromialgia primaria diagnosi fatta nel 2004 sintomi:
astenia ingravescente,tremori agli arti superiori,parastesie agli arti inferiori,mialgie diffuse, facile affaticabilità, colon irritabile.
Durante gli accertamenti x la diagnosi definitiva abbiamo scoperto: extrasistolia ventricolare frequente con insufficienza mitralica, faringite cronica dovuta all'ernia iatale, modesta sclerosi della sincrodosi sacro iliaca sx e cervicodiscoartrosi C5-C6...A L4-L5 lieve protusione circonferenziale del disco senza effetti compressivi in sede intraspinale...tiroide autoimmune...
A L5-S1 protusione del disco in sede centrale paracentrale di sn
In cura con antidepressivo (usato come inibitore/ricaptatore della serotonina) citalopram da 20mg, miorilassanti,antiinfiammatori e antidolorifici al bisogno...invalidità riconosciuta"SOLO"20%
13/03/2011aggiornamento da circa un anno e mezzo sto meglio i sintomi tipo asteniae tremori non li ho più e devo dire che ho anche molta meno affaticabilità!!!
Ho fatto "cure" alternative tipo reiki...stimolazione neurale..mediatazione...parlato con il MIO interiore e da febbraio riesco ad andare in palestra dove ho trovato un fisoterapista attento che mi fa fare esercizi "compatibili" con le mie patologie...
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#2 cri68

cri68

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Inviato 10 settembre 2008 - 00:48:38

lo sapevate ?
qualcuno ha provato le cure termali?

fonte: http://www.corriere....44f02aabc.shtml

BALNEOTRAPIA, FANGOTERAPIA, ANTROTERAPIA
Malattie reumatiche: anche
le cure termali possono aiutare
Fanghi e bagni sono sempre più «gettonati» e possono giovare soprattutto in caso di artrosi e fibromialgia

Le cure termali sono riconosciute dal Servizio Sanitario nazionale per alcune malattie reumatiche
Fanghi, bagnitermali e cure inalatorie piacciono agli italiani. E lo testimoniano i numeri. Il valore delle medicina termale in Italia non è solo scientifico, ma anche economico: il fatturato del comparto, pari a 734 milioni di euro, è costituito all'82% da prestazioni sanitarie, pari a più di 580 milioni l'anno. Ben 199 milioni si spendono solo per i fanghi e i bagni termali che, tra le varie indicazioni, comprendono anche alcune patologie reumatiche. I numeri della medicina termale in Italia sono stati segnalati a Roma in occasione dell’incontro su “Le terme alleate della ricerca: il ruolo della Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale.

INDICAZIONI –
«Le patologie reumatiche per le quali il nostro Sistema sanitario nazionale (Ssn) rimborsa le cure termali sono essenzialmente l’atrosi e la fibromialgia – premette il professor Antonio Fraioli, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina interna E, terapia medica e medicina termale dell’Università La Sapienza di Roma, presso il Policlinico Umberto I -. In caso di osteoporosi possono giovare le cure idroponiche con acque ricche di calcio che però non sono riconosciute dal Ssn. Per quanto riguarda i trattamenti utili i principali sono la fangoterapia, la balneoterapia e l’antroterapia».

TRATTAMENTI -
La fangoterapia consiste nell'impiego in terapia del fango termale, termine con il quale si intende una melma, naturalmente calda o riscaldata, derivante dalla commistione di una componente solida inorganica e/o organica, il cosiddetto fango vergine, con acqua minerale ed usata, dopo opportuna "maturazione", nella pratica medica. La balneoterapia consiste, invece, nell'immersione, completa o parziale, del corpo in una vasca individuale o in una piscina contenente acqua minerale portata e mantenuta alla temperatura ritenuta opportuna in rapporto all'indicazione clinica. L’antroterapia consiste, infine, nella cura in grotte: escavazioni naturali o artificiali collegate a sorgenti di acqua minerale ad elevata temperatura. Si distinguono in: "umide" se nell'ambiente giungono i vapori emanati dalla sorgente, "secche" se perviene soltanto il calore. «In caso di artrosi i trattamenti più utilizzati sono fanghi, bagni e talvolta l’antroterapia. A chi soffre di fibromialgia possono invece giovare la balneoterapia e l’antroterapia, per la quale però ci sono meno evidenze scientifiche di efficacia. In entrambi i casi le cure termali vanno viste come un’integrazione alle cure tradizionali, come i farmaci o la fisioterapia – segnala Fraioli -. L’obiettivo oggi è sempre più quello di prevenire la disabilità e non solo di dare un sollievo temporaneo. Per questo è importante che si incentivi l’esecuzione di studi osservazionali nel tempo per vedere come trattamenti termali periodici possano influire sulla patologia».

QUANDO –
«Le cure termali si possono effettuare in qualunque periodo dell’anno a patto che la malattia non sia in fase acuta, altrimenti si rischia un peggioramento – puntualizza Fraioli -. L’ideale è fare un ciclo di almeno 12 giorni e non necessariamente una sola volta l’anno. Particolare cautela è fondamentale in chi soffre di malattie cardiorespiratorie o altre patologie croniche che, però, in genere rappresentano una controindicazione relativa».

ARTRITE –
Se artrosi e fibromialgia sono le patologie reumatiche per le quali esistono maggiori evidenze di efficacia delle cure termali, qualcosa di sta muovendo anche nell’ambito dell’artrite reumatoide. «In passato si è provato ad utilizzare le cure termali nelle fasi di quiescenza dell’artrite reumatoide, ma i risultati non sono stati eclatanti. Tuttavia questo è un fronte che può essere riaperto con le dovute cautele. E proprio con la collaborazione dei reumatologi stiamo mettendo a punto un protocollo sperimentale per valutare gli effetti della balneoterapia in questi malati con l’obiettivo di prevenire la disabilità» conclude l’esperto.

Antonella Sparvoli
25 agosto 2008(ultima modifica: 01 settembre 2008)

Messaggio modificato da cri68, 10 settembre 2008 - 14:13:14

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Le mie compagne di "NON VITA ":Fibromialgia primaria diagnosi fatta nel 2004 sintomi:
astenia ingravescente,tremori agli arti superiori,parastesie agli arti inferiori,mialgie diffuse, facile affaticabilità, colon irritabile.
Durante gli accertamenti x la diagnosi definitiva abbiamo scoperto: extrasistolia ventricolare frequente con insufficienza mitralica, faringite cronica dovuta all'ernia iatale, modesta sclerosi della sincrodosi sacro iliaca sx e cervicodiscoartrosi C5-C6...A L4-L5 lieve protusione circonferenziale del disco senza effetti compressivi in sede intraspinale...tiroide autoimmune...
A L5-S1 protusione del disco in sede centrale paracentrale di sn
In cura con antidepressivo (usato come inibitore/ricaptatore della serotonina) citalopram da 20mg, miorilassanti,antiinfiammatori e antidolorifici al bisogno...invalidità riconosciuta"SOLO"20%
13/03/2011aggiornamento da circa un anno e mezzo sto meglio i sintomi tipo asteniae tremori non li ho più e devo dire che ho anche molta meno affaticabilità!!!
Ho fatto "cure" alternative tipo reiki...stimolazione neurale..mediatazione...parlato con il MIO interiore e da febbraio riesco ad andare in palestra dove ho trovato un fisoterapista attento che mi fa fare esercizi "compatibili" con le mie patologie...
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#3 Turchese

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Inviato 10 settembre 2008 - 10:26:19

Cristina grazie, ma se solo potessi ridurre le dimensioni della pagina, così è impossibile leggerlo.
Un abbraccio
non ho consigli di vita da dare..

#4 cri68

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Inviato 10 settembre 2008 - 14:12:22

Cristina grazie, ma se solo potessi ridurre le dimensioni della pagina, così è impossibile leggerlo.
Un abbraccio

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Che vuoi dire ridurre le dimensioni della pagina?
prova con il link.....ho fatto un copia incolla perchè pensavo fosse più leggibile ed ho messo anche il link con la pagina del sito....
scusami ma......forse nn ho capito cosa intendi...... :)
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A L5-S1 protusione del disco in sede centrale paracentrale di sn
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Ho fatto "cure" alternative tipo reiki...stimolazione neurale..mediatazione...parlato con il MIO interiore e da febbraio riesco ad andare in palestra dove ho trovato un fisoterapista attento che mi fa fare esercizi "compatibili" con le mie patologie...
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