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Classificazione ICF:rivoluzione nella definizione


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#1 VITTORIA

VITTORIA

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Inviato 19 marzo 2008 - 14:03:00

Un anno fa avevo trovato per caso queste informazioni nel sito del WHO
http://www.who.int/c...icftemplate.cfm
Essendo in inglese trovai qualche difficoltà a comprenderne esattamente il contenuto, cercai info in italiano ma non trovai molto, chiesi a qualche medico ma anche loro non seppero dirmi nulla.
Dopo vari mesi cercai di nuovo e trovai invece vari siti italiani in cui si parlava di questo argomento che potrebbe interessare ad alcuni di noi. Queste in pratica le info principali tra quelle che ho raccolto sull’argomento: (in fondo invece trovate i links segnalatimi dalla D.ssa che si occupa dell’ICF in Italia, alla quale scrissi per avere aggiornamenti)


ICF: CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITA' E DELLA SALUTE

“...con questa nuova classificazione non ci si chiederà cosa una persona "non può fare", ma ci si domanderà cosa realmente "possa fare". E da qui avviare percorsi efficaci di inclusione e di integrazione...”



Milioni di persone soffrono a causa di una condizione di salute che, in un ambiente sfavorevole, diventa disabilità. Usare un linguaggio comune e cercare di affrontare i problemi della salute e della disabilità in maniera multidisciplinare può essere un primo passo per cercare di diminuire gli anni di vita persi a causa della disabilità.

Nel maggio 2001 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato la "Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e disabilità", l'ICF, che 191 Paesi riconoscono come la nuova norma per classificare salute e disabilità.
Spostando l'attenzione dalle cause all'impatto sul funzionamento della persona, e ponendo tutte le condizioni di salute allo stesso punto di partenza l'ICF è lo strumento universale per misurare e descrivere salute e disabilità. La Classificazione ICF è, infatti, lo strumento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per descrivere e misurare la salute e la disabilità delle popolazioni ed è il risultato di 7 anni di un lavoro svoltosi in 65 Paesi, e che è partito dalla revisione della vecchia classificazione ICIDH, pubblicata nel 1980 per prove sul campo.

La prima classificazione elaborata dall’OMS, “La Classificazione Internazionale delle malattie” - ICD, 1970 - risponde all’esigenza di cogliere la causa delle patologie, fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche.
L’ICD rivela ben presto vari limiti di applicazione e ciò induce l’OMS ad elaborare un nuovo manuale di classificazione, in grado di focalizzare l’attenzione non solo sulla causa delle patologie, ma anche sulle loro conseguenze: “la Classificazione Internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap” - ICIDH, 1980 - L’OMS dichiara l’importanza di utilizzare l’ICD (in Italia si fa riferimento alla versione del 1992) e l’ICIDH in modo complementare, favorendo l’analisi e la comprensione delle condizioni di salute dell’individuo in una prospettiva più ampia, in quanto i dati eziologici vengono integrati dall’analisi dell’impatto che quella patologia può avere sull’individuo e sul contesto ambientale in cui è inserito.
In seguito la presenza di limiti concettuali insiti nella classificazione ICIDH ha portato l’OMS ad elaborare un’ulteriore strumento, “La Classificazione Internazionale del funzionamento e delle disabilità" - ICIDH-2, 1999 -, che rappresenta l’embrione del modello concettuale che sarà sviluppato nell’ultima classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La Classificazione Internazionale del funzionamento,disabilità e salute - ICF, 2001 -.

La Classificazione ICF rappresenta un’autentica rivoluzione nella definizione e quindi nella percezione di salute e disabilità, i nuovi principi evidenziano l’importanza di un approccio integrato, che tenga conto dei fattori ambientali, classificandoli in maniera sistematica.
Il nuovo approccio permette la correlazione fra stato di salute e ambiente arrivando così alla definizione di disabilità come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole.

http://www.icfinital...ICF.asp?Style=1
http://www.icfinital...cf&_schema=PICF

http://agenzialavoro...CF_Ita-2003.doc

http://www.libreriau...o/9788879466288

http://www.superabil...i/info4413.html
http://www.alihandic...one_icf_oms.htm
http://www.educare.i...#internazionale


Per quanto riguarda l’Italia ho trovato queste info:


ICF in Italia
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il progetto “ICF in Italia” propone di avviare un’azione sperimentale di stimolo affinché il più ampio numero di persone che operano nel settore della disabilità sia formato ad una diversa cultura e filosofia della disabilità, all’uso ed ai vantaggi della nuova classificazione dell’OMS e degli strumenti ad essa collegati.
Accettare la filosofia dell’ICF vuol dire considerare la disabilità un problema che non riguarda i singoli cittadini che ne sono colpiti e le loro famiglie ma, coinvolge di tutta la comunità e, innanzitutto, le istituzioni.

All'elaborazione di questa classificazione hanno partecipato 192 governi che compongono l'Assemblea Mondiale della Sanità, tra cui l'Italia, che ha collaborato tramite una rete denominata Disability Italian Network (DIN), formata da centri dislocati sul territorio nazionale e coordinata dall'Agenzia regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia.

Per quanto concerne la situazione in Italia, nel 2002, a Trieste, si è svolta la Conferenza mondiale su salute e disabilità nella quale sono state messe a fuoco le nuove classificazioni dell'ICF. Nel 2003, durante la II Conferenza Nazionale sulla Disabilità, tenutasi a Bari, l'ICF è stato indicato come riferimento per lo sviluppo di azioni nell'ambito della disabilità in Italia.
Lo sviluppo di ICF in Italia è strettamente legato al supporto garantito dalla Regione Friuli Venezia Giulia al progetto, attraverso l'implementazione di una rete di Centri e operatori, il Disability Italian Network (DIN).
Il ruolo e le potenzialità del DIN come riferimento nazionale per l’utilizzo di ICF sono state riconosciute dal Ministero del Welfare, che ha scelto il DIN come partner scientifico per la messa a punto del progetto “ICF in Italia” .
Il progetto mira a formare gli operatori che si occupano di inserimento lavorativo delle persone con disabilità e a utilizzare sistematicamente ICF nei processi valutativi collegati.
La Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso l’Agenzia Regionale della Sanità, ha proseguito il proprio lavoro con l’OMS e il Ministero della Salute per ottenere il riconoscimento quale Centro Collaboratore OMS.
L’ICF ha nel frattempo suscitato in Italia un notevole interesse e un autentico entusiasmo che si è tradotto in un formidabile lavoro di informazione e di coordinamento
Per quanto riguarda la nuova classificazione ICF nel 2003 è partito un piano in forma sperimentale in alcune regioni di Italia che hanno offerto la disponibilità. Alcune delle regioni coinvolte sono state Veneto, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Provincia di Trento, ecc.

Qui trovate una breve storia del DIN http://www.disabilit...INbiografia.doc.


Per sapere se poi il progetto è andato avanti e conoscere i progetti del DIN, ho scritto alla D.ssa che se ne occupa direttamente, insieme al suo gruppo di ricerca in Italia; con la sua gentile risposta mi ha inviato i seguenti link:



· MHADIE (Measuring Health and Disability in Europe: supporting policy development): è un progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito della linea di ricerca del supporto scientifico alle politiche comunitarie. Il progetto, ormai alla sua conclusione, fornirà raccomandazioni politiche e linee guida alla Commissione per affrontare il problema posto dalla necessità di confrontare dati differenti ed armonizzare le informazioni socio-sanitarie.
Ulteriori informazioni sul sito http://www.mhadie.it/

· Progetto ICF e politiche del lavoro. È un progetto conclusosi nel 2006, finanziato dal Ministero del Lavoro attraverso l’agenzia Italia Lavoro. I due obiettivi principali erano: a) migliorare le condizioni di inserimento lavorativo introducendo un metodo di valutazione della disabilità più attento e mirato all'individuazione delle capacità personali, anche in relazione alle diverse condizioni sociali ed ambientali; B ) sperimentare l'utilizzo della classificazione ed offrire, a livello nazionale ed internazionale, spunti e suggerimenti per eventuali azioni successive, anche in settori diversi. Il sito del progetto è http://icf.italialav...it/ICF/home.asp

· Progetto VED (Volontariato e Disabilità): finanziato dal Ministero della Salute, il progetto ha visto la collaborazione fra l’Istituto Besta e le associazioni di pazienti FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e FIAN (Federazione Italiana Associazioni Neurologiche) per la raccolta di informazioni sui bisogni di cura delle persone con disabilità. Lo studio, i cui risultati saranno presentati nel corso della primavera nel “Libro Bianco” sull’invalidità civile in Italia: regioni del nord e del centro”, è stato condotto mediante un’indagine porta a porta in province italiane selezionate.
VITTORIA
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