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Intolleranti o truffati dai test?


8 replies to this topic

#1 akela

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Posted 16 November 2007 - 09:48:15

Intolleranti o truffati dai test?

Stanno diventando popolarissimi, ma secondo i medici specialisti, i test per scoprire le intolleranze alimentari sarebbero vere e proprie truffe.

ANSiSA non può che condividere quanto riportato dal Corriere dalla Sera in merito all'inefficacia dei metodi per la valutazione delle intolleranze alimentari.
Il Corriere della Sera riporta le opinioni negative su questi esami, elencando anche tutti i tipi di test contestati. L'ultima di una lunga serie di stroncature è quella pubblicata su Medical Network, rivista dei medici specialisti ambulatoriali (riuniti nel Sumai). "Eppure - scrive il Corriere - la moda è più che mai in auge, mutuata dagli Stati Uniti nel 2000. I due terzi circa degli italiani che si fanno visitare dal medico per dimagrire confessano di aver provato almeno una volta".
Su Medical Network un allergologo dell'azienda Asl di Reggio Emilia, Gianluigi Rossi, dopo aver analizzato la letteratura scientifica disponibile conclude: "Emergono con chiarezza l'inconsistenza e le contraddizioni, terminologiche e concettuali, dei sostenitori. Non esiste alcun esame di laboratorio in grado di valutare la presenza di un'allergia o intolleranza prescindendo dalla storia clinica ". "Ancora più grave - insiste Rossi - "è che le indicazioni dietetiche vengono prescritte per corrispondenza". Durissima la posizione di Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale: "Sono esami destituiti di ogni fondamento, truffe. Malgrado diverse società scientifiche si siano espresse come noi, la gente non cambia atteggiamento. Le conseguenze sul piano nutrizionale possono essere pericolose".
In una tabella il Corriere riporta tutti i test considerati una "truffa" dagli allergologi:
Creavu Test: rapida scansione con un apparecchio di 196 alimenti. Vengono valutate le reazioni di ipersensibilità e indicati gli alimenti da rimuovere.
Biotricotest: si richiede un campione di pochi capelli prelevati dietro la nuca. E' un esame basato sul principio della biorisonanza tra i capelli e alcune fiale corrispondenti a certe sostanze alimentari.
Vegatest: metodica nata in Germania e basata sulla bioenergia. La misurazione si effettua sui punti dell'agopuntura.
Driatest: nasce dalla kinesiologia, la branca che studia il tono muscolare. Viene misurata l'intensità della forza muscolare. Se c'è intolleranza a un cibo il paziente perde forza in pochi secondi.
Citotest: è un esame del sangue, si mettono a contatto i globuli bianchi con gli estratti del cibo a rischio. Se si gonfiano o rompono la sostanza nociva è stata individuata.
Iridologia: è basata sull'analisi dell'iride e delle variazioni della motilità pupillare.

ANSiSA
Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell'Alimentazione

#2 Johnny

Johnny

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Posted 16 November 2007 - 10:39:55

Viviamo in un mondo di confusione ove lo stesso allergologo
che sentenzia su questo e su quello potrebbe essere in qualche modo
in malafede (come potrebbe non esserlo, essendo invece semplicemente
ignorante) ed ove tutti hanno la verità in tasca, basta possedere un canale
mediatico per proclamarla.
Vedi striscia la notizia che demonizza il beneamato zapper intervistando
il primario dell' ospedale non so bene cosa. E che vuoi che ti risponda
il luminario che lo zapper fino a ieri la intendeva come una faticosa mansione
latifondiaria da adibire a grezzi individui dalle burine fattezze?

Edited by VITTORIA, 16 November 2007 - 13:13:19.


#3 romy

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Posted 17 November 2007 - 01:11:14

La verità è che l'uomo ha incasinato tutto e di più.Non c'è un settore dove esistono più verità ed anche in contraddizione tra loro,non escluso il settore della Fade e della Religione,immaginiamo negli altri settori più leggeri.Dire che il mondo della medicina è inflazionata e dire poco.Come dici Tu,tutti hanno la loro verità da vendere.Io in questo casino,mi son defilato un po'e ci vado con i piedi di piombo.Poi credo nel potere dell'effetto placebo,che è una grande medicina,senza tale effetto,le cose si sgonfierebbero e di molto,ne sono sicuro.Poi c'è la ricerca spasmodica a fare soldi,per cui si prendono vecchie fallimentari idee di decenni fà,si rivoltano un po',ci si fà un po'di liftyng,e si vendono per nuove,tanto di gonzi che abboccano c'è ne saranno sempre.Questo fà male alla medicina non convenzionale,spacciare le fesserie per cose vere,cio'autorizza i Baroni della medicina ufficiale a buttare tutto nel cesso.Se poi pensiamo all'incompetenza che si trova in campo medico a tutti i livelli e per tutte le branche,ai ciarlatani,a gli sciacalli che speculano sul male dei poveri sofferenti,ecc.ecc.mi vien da dire:è proprio un bel casino stare male,e per chi ci casca,diventa una specie di "SPERIAMO CHE ME LA CAVO".Ciao Romy

grafico2.jpg

 

 

Iosto'conChiara

 

Quando le voci in te parlano di fine;

quando la mente dice che hai perduto;

quando credi che sia impossibile;

eppure prosegui,ti sollevi sulla tua Spada;

e fai ancora un altro passo;

Lì è dove termina l'Uomo;

Lì è dove comincia Dio.

 

Mentre si aspettano future ricerche è importante per prima cosa non
nuocere.

Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.

 

"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile.
Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato.
Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere,
per la quale Dio non abbia una cura corrispondente
".
                                                                                              Paracelso

 

“Questa realtà è solo un sogno di cui siamo convinti!”

YungRalphPooter.jpg


Mio collegamento

Per quanto riguarda l'ipotesi che la CFS possa essere una forma di Depressione Mentale,tutti gli studi hanno contraddetto tale approccio.Per citare un solo ma importante rilievo clinico:i livelli di Cortisolo sono molto bassi nella CFS,al contrario di quelli alterati verso l'alto della Sindrome Depressiva.


Allora, se capiamo che siamo responsabili di ciò che viviamo, già questo cambia del tutto la visione delle cose.

 

Livello anormalmente alto o basso di cAMP causa difetti di apprendimento e di capacità di memoria,in generale.

Sul cAMP ci sarebbero molte cose da dire al fine di una buona memoria e cognitività,forse lo faro' un giorno sul mio topic,tempo permettendo,ora voglio solo ripetere una verità a cui sono arrivato da qualche anno,aumentare il cAmp nei giovani comporta un miglior apprendimento e memoria,accade l'inverso nelle persone adulte o anziane.Quindi il cervello dei giovani si comporta all'opposto dei cervelli dei vecchi ed anziani questo avviene anche negli animali da laboratorio,questo spiega anche tutta la diatriba sulla Cannabis terapeutica..........negativa nei giovani un toccasana negli anziani,perchè comporta una diminuzione,appunto,del cAmp e quindi potenzia la comunicazione tra neuroni e quindi la memoria,apprendimento e cognitività,mal ridotti nella CFS/ME,fibromialgia,MCS,MBS,ed altre......

 

https://www.youtube....h?v=ICjFAa2ZbIY

 

 

 

 

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#4 Johnny

Johnny

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Posted 20 November 2007 - 15:14:37

Ecco (per par condicio) la risposta di una delle controparti
tirate in ballo....



"
Il commento di un grande esperto all'articolo sulle intolleranze alimentari pubblicato dal Corriere della Sera"



Ormai siamo abituati a sentirci dire di tutto, quindi l'articolo di Margherita De Bac comparso a pagina 23 del Corriere della Sera del 2 novembre scorso, non ci ha certo colto di sorpresa. Il fatto che a titoli cubitali si dica che “I test per le intolleranze alimentari sono una truffa” non fa che riportare il pensiero, espresso pubblicamente, di una forte rappresentanza dei medici specialisti ambulatoriali su una loro rivista di categoria.

Non entreremo quindi in polemica, perchè innazitutto riconosciamo a chiunque il libero diritto di espressione, e poi perchè è ovvio che i colleghi che esprimono questo tipo di pensiero non hanno avuto il tempo di aggiornarsi su alcune evoluzioni scientifiche, alcune molto recenti (e li scusiamo parzialmente), e altre un po' meno, e dovrebbero invece fare parte da tempo del loro bagaglio di conoscenze.

Vogliamo capire quindi dove è la vera truffa?

Quando un cittadino arriva da un medico e spiega che mangiando certi alimenti ha la sensazione che compaiano dei sintomi particolari, come dolori alle articolazioni, dolori di stomaco, reflusso, colite, tosse, asma, allergie cutanee, nella maggior parte dei casi si sente dire che è impossibile. Il cittadino spera che, come insegnato da Ipoocrate, il medico sia in grado di capire e approfondire questo aspetto (“Il cibo sia la tua medicina...”), ma si scontra contro frasi tipo “la tosse è la tosse, cosa c'entra col cibo?” e riceve l'indicazione a indagini spesso inconclusive, e prescrizioni di farmaci.

Segnaliamo ai colleghi che non hanno avuto il tempo di aggiornarsi su questi specifici temi, informando insieme anche i nostri lettori, che negli ultimi due anni molti articoli scientifici importanti, pubblicatio su riviste internazionali non di parte, hanno evidenziato ad esempio la relazione tra

- allergie o intolleranze a cibo e artrite e dolori articolari

- allergie o intolleranze a cibo e tosse, asma e difficoltà di respiro

- allergie o intolleranze a cibo e reflusso gastroesofageo

- allergie o intolleranze a cibo e forme di colite e di malattia infiammatoria del colon (Crohn o Colite Ulcerativa)

- allergie o intolleranze a cibo e resistenza insulinica e aumento di peso


Il medico che non conosce questa realtà è sicuramente impreparato a rispondere ai bisogni del cittadino che gli si rivolge.
Nella migliore delle ipotesi invece, il medico, informato di questi dati appena segnalati, richiede al paziente di effettuare dei test di ricerca delle allergie alimentari, dimenticandosi che negli ultimi 4 anni, la conoscenza scientifica sui fenomeni di allergia agli alimenti e sulle cause delle allergie stesse ha avuto una evoluzione enorme, e che ad oggi le allergie alimentari sono divise in allergie immediate (legate alle Immunoglobuline E) e allergie alimentari ritardate (dovute a una reazione cellulare, favorita da altri tipi di anticorpi). Una ricerca di sole allergie immediate porta di solito a risposte del tutto prive di significato pratico.

Ai lettori ricordiamo che ricerche scientifiche solide e inattaccabili hanno evidenziato, negli ultimissimi anni che:

- Siamo tutti allergici e intolleranti a tutto e solo un controllo attivo del Sistema Immunitario può portare alla guarigione. Questa è la motivazione per cui quasi ogni persona si sente dire che ha una intolleranza o una allergia: la ha davvero fin da che è nato, e ha solo perso il controllo della sua regolazione.

- Molte allergie e le intolleranze alimentari sono oggi legate a fenomeni ritardati, modulati da reazioni cellulari e non da soli anticorpi, come si è creduto per decenni

- Sono stati identificate recentemente, nelle ultime settimane, delle vie alternative alla allergia classica, che determinano gli stessi fenomeni ma che non saranno mai evidenziabili con i test classici. Le diagnosi effettuate fino ad oggi sono a dir poco incomplete.

- Esistono test non convenzionali, che basano la loro ricerca su criteri scientifici, con tanto di pubblicazioni effettuate in ambito internazionale, studiati per eliminare soggettività e fluttuazioni dei risultati. Il test DRIA ad esempio ha volutamente computerizzato e standardizzato le modalità di attuazione per evitare alcuni aspetti soggettivi e incerti delle tecniche chinesiologiche; ALCAT test utilizza, per eliminare gli errori spesso presenti nel test citiotossico, delle soluzioni diagnostiche approvate dalla FDA e computerizza il risultato, eliminando la lettura ottica ed analizzando solo un grupo specifico di globuli bianchi. Nonostante questo entrambi si definiscono test non convenzionali, vengono interpretati sempre nel contesto della storia clinica, e richiedono un preciso consenso informato per la loro attuazione.


I pazienti, nel momento in cui un test di allergia per le sole IgE è negativo, si sentono frustrati e incompresi; hanno ragione nel sentire gli effetti del cibo nelle loro patologie, ma nessuno (quasi) li aiuta ad uscirne, e quando ne escono (come i tanti casi di patologie infiammatorie aiutate dalla corretta interpretazione di un test DRIA o un ALCAT test) e provano a riportare ai propri medici i risultati delle loro modifiche alimentari, ricevono scherno, incredulità e derisione.
Che queste realtà cliniche sfuggano alla collega giornalista De Bac non ci preoccupa troppo (da anni comunque condividiamo con lei la riprovazione della effettuazione di test “per posta” o la gestione attraverso test privi di qualsiasi anche parziale supporto scientifico) ma ci sorprende invece che alcuni illustri colleghi medici, come il presidente della associazione italiana contro l'obesità non sia a conoscenza dei dati recenti che legano infiammazione allergica e ingrassamento, sostenendo che i cittadini “abbocchino” come pesci a fantasiose teorie. Vale la pena ricordare che l'evoluzione scientifica non le definisce più fantasiose teorie. E che qualche cittadino tacciato di “stupidità” potrebbe anche risentirsi.

E allora dove è la vera truffa?

In questo momento esiste un vasto gruppo di pazienti che sta chiedendo aiuto, persone che stanno percependo la pesante interferenza del cibo nella loro salute, e un notevole numero di conoscenze scientifiche recenti che potrebbero spiegare questa relazione. Il medico di oggi, quasi sempre abituato a gestire solo il farmaco, senza usare il buon senso del cambio dei comportamenti alimentari, continuerà a non aiutare la comprensione delle vere cause di molti disturbi, permettendo il consumo inutile di risorse economiche e farmaceutiche, negando di fatto ai cittadini bisognosi una strada di possibile diverso approccio ai loro problemi e rinnegando uno dei punti del giurramento professionale che richiama alla alleanza terapeutica con il paziente, fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione.

Noi continuiamo a credere nella possibilità di affiancare innovazione e medicina, confortati da dati scientifici che certo non mancano, come abbiamo dettagliato nell'articolo. Ci piace di più fare i medici utilizzando strumenti sicuramente perfettibili, e certamente in evoluzione come i test non convenzionali, piuttosto che restare arroccati su una torre d'avorio a giudicare le persone e a negare le relazioni di causa ed effetto tra cibo e malattia che la gente, forse aiutata dallo stesso Ippocrate (Il cibo sia la tua medicina...), sta sempre di più sentendo nella propria quotidianità.
I medici ripetono il giuramento di Ippocrate all'inizio della loro carriera, ma molti evidentemente, si dimenticano presto dei suoi insegnamenti.

Dottor Attilio Speciani , immunologo e allergologo clinico.

http://guide.dada.ne...11/312260.shtml


Ai poster l'ardua sentenza.....

Edited by Johnny, 20 November 2007 - 15:16:46.


#5 ecob

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Posted 20 November 2007 - 21:56:23

Ecco (per par condicio) la risposta di una delle controparti
tirate in ballo....



"
Il commento di un grande esperto all'articolo sulle intolleranze alimentari pubblicato dal Corriere della Sera"



Ormai siamo abituati a sentirci dire di tutto, quindi l'articolo di Margherita De Bac comparso a pagina 23 del Corriere della Sera del 2 novembre scorso, non ci ha certo colto di sorpresa. Il fatto che a titoli cubitali si dica che “I test per le intolleranze alimentari sono una truffa” non fa che riportare il pensiero, espresso pubblicamente, di una forte rappresentanza dei medici specialisti ambulatoriali su una loro rivista di categoria.

Non entreremo quindi in polemica, perchè innazitutto riconosciamo a chiunque il libero diritto di espressione, e poi perchè è ovvio che i colleghi che esprimono questo tipo di pensiero non hanno avuto il tempo di aggiornarsi su alcune evoluzioni scientifiche, alcune molto recenti (e li scusiamo parzialmente), e altre un po' meno, e dovrebbero invece fare parte da tempo del loro bagaglio di conoscenze.

Vogliamo capire quindi dove è la vera truffa?

Quando un cittadino arriva da un medico e spiega che mangiando certi alimenti ha la sensazione che compaiano dei sintomi particolari, come dolori alle articolazioni, dolori di stomaco, reflusso, colite, tosse, asma, allergie cutanee, nella maggior parte dei casi si sente dire che è impossibile. Il cittadino spera che, come insegnato da Ipoocrate, il medico sia in grado di capire e approfondire questo aspetto (“Il cibo sia la tua medicina...”), ma si scontra contro frasi tipo “la tosse è la tosse, cosa c'entra  col cibo?” e riceve l'indicazione a indagini spesso inconclusive, e prescrizioni di farmaci.

Segnaliamo ai colleghi che non hanno avuto il tempo di aggiornarsi su questi specifici temi, informando insieme anche i nostri lettori, che negli ultimi due anni molti articoli scientifici importanti, pubblicatio su riviste internazionali non di parte, hanno evidenziato ad esempio la relazione tra

- allergie o intolleranze a cibo  e artrite e dolori articolari

- allergie o intolleranze a cibo e tosse, asma e difficoltà di respiro

- allergie o intolleranze a cibo e reflusso gastroesofageo

- allergie o intolleranze a cibo  e forme di colite e di malattia infiammatoria del colon (Crohn o Colite Ulcerativa)

- allergie o intolleranze a cibo e resistenza insulinica e aumento di peso
Il medico che non conosce questa realtà è sicuramente impreparato a rispondere ai bisogni del cittadino che gli si rivolge.
Nella migliore delle ipotesi invece, il medico, informato di questi dati appena segnalati, richiede al paziente di effettuare dei test di ricerca delle allergie alimentari, dimenticandosi che negli ultimi 4 anni, la conoscenza scientifica sui fenomeni di allergia agli alimenti e sulle cause delle allergie stesse ha avuto una evoluzione enorme, e che ad oggi le allergie alimentari sono divise in allergie immediate (legate alle Immunoglobuline E) e allergie alimentari ritardate (dovute a una reazione cellulare, favorita da altri tipi di anticorpi). Una ricerca di sole allergie immediate porta di solito a risposte del tutto prive di significato pratico.

Ai lettori ricordiamo che ricerche scientifiche solide e inattaccabili hanno evidenziato, negli ultimissimi anni che:

- Siamo tutti allergici e intolleranti a tutto  e solo un controllo attivo del Sistema Immunitario può portare alla guarigione. Questa è la motivazione per cui quasi ogni persona si sente dire che ha una intolleranza o una allergia: la ha davvero fin da che è nato, e ha solo perso il controllo della sua regolazione. 

- Molte allergie e le intolleranze alimentari  sono oggi legate a fenomeni ritardati, modulati da reazioni cellulari e non da soli anticorpi, come si è creduto per decenni

- Sono stati identificate recentemente, nelle ultime settimane, delle vie alternative alla allergia classica, che determinano gli stessi fenomeni ma che non saranno mai evidenziabili con i test classici. Le diagnosi effettuate fino ad oggi sono a dir poco incomplete.

- Esistono test non convenzionali, che basano la loro ricerca su criteri scientifici, con tanto di pubblicazioni effettuate in ambito internazionale, studiati per eliminare soggettività e fluttuazioni dei risultati. Il test DRIA ad esempio ha volutamente computerizzato e standardizzato le modalità di attuazione per evitare alcuni aspetti soggettivi e incerti delle tecniche chinesiologiche; ALCAT test utilizza, per eliminare gli errori spesso presenti nel test citiotossico, delle soluzioni diagnostiche approvate dalla FDA e computerizza il risultato, eliminando la lettura ottica ed analizzando solo un grupo specifico di globuli bianchi. Nonostante questo entrambi si definiscono test non convenzionali, vengono interpretati sempre nel contesto della storia clinica, e richiedono un preciso consenso informato per la loro attuazione.
I pazienti, nel momento in cui un test di allergia per le sole IgE è negativo, si sentono frustrati e incompresi; hanno ragione nel sentire gli effetti del cibo nelle loro patologie, ma nessuno (quasi) li aiuta ad uscirne, e quando ne escono (come i tanti casi di patologie infiammatorie aiutate dalla corretta interpretazione di un test DRIA o un ALCAT test) e provano a riportare ai propri medici i risultati delle loro modifiche alimentari, ricevono scherno, incredulità e derisione.
Che queste realtà cliniche sfuggano alla collega giornalista De Bac non ci preoccupa troppo (da anni comunque condividiamo con lei la riprovazione della effettuazione di test “per posta” o la gestione attraverso test privi di qualsiasi anche parziale supporto scientifico) ma ci sorprende invece che alcuni  illustri colleghi medici, come il presidente della associazione italiana contro l'obesità non sia a conoscenza dei dati recenti che legano infiammazione allergica e ingrassamento, sostenendo che i cittadini “abbocchino” come pesci a fantasiose teorie. Vale la pena ricordare che l'evoluzione scientifica non le definisce più fantasiose teorie. E che qualche cittadino tacciato di “stupidità” potrebbe anche risentirsi.

E allora dove è la vera truffa?

In questo momento esiste un vasto gruppo di pazienti che sta chiedendo aiuto, persone che stanno percependo la pesante interferenza del cibo nella loro salute, e un notevole numero di conoscenze scientifiche recenti che potrebbero spiegare questa relazione. Il medico di oggi, quasi sempre  abituato a gestire solo il farmaco, senza usare il buon senso del cambio dei comportamenti alimentari, continuerà a non aiutare la comprensione delle vere cause di molti disturbi, permettendo il consumo inutile di risorse economiche e farmaceutiche, negando di fatto ai cittadini bisognosi una strada di possibile diverso approccio ai loro problemi e rinnegando uno dei punti del giurramento professionale che richiama alla alleanza terapeutica con il paziente, fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione.

Noi continuiamo a credere nella possibilità di affiancare innovazione e medicina, confortati da dati scientifici che certo non mancano, come abbiamo dettagliato nell'articolo. Ci piace di più fare i medici utilizzando strumenti sicuramente perfettibili, e certamente in evoluzione come i test non convenzionali, piuttosto che restare arroccati su una torre d'avorio a giudicare le persone e a negare le relazioni di causa ed effetto tra cibo e malattia che la gente, forse aiutata dallo stesso Ippocrate (Il cibo sia la tua medicina...), sta sempre di più sentendo nella propria quotidianità.
I medici ripetono il giuramento di Ippocrate all'inizio della loro carriera,  ma molti evidentemente, si dimenticano presto dei suoi insegnamenti.

Dottor Attilio Speciani , immunologo e allergologo clinico.

http://guide.dada.ne...11/312260.shtml
Ai poster l'ardua sentenza.....

 

beh, che il discorso delle intolleranze sia un po'" modaiolo" e' abbastanza evidente. Non conosco nessuno che si sia sottoposto ad uno dei vati test per le intolleranze, che non sia risultato intollerante a questo o a quell'altro alimento! Magari e' proprio vero che ormai, visto cio' che ci propinano come cibo,la maggior parte di noi sviluppi intolleranza, ma da qui a considerarla la causa, l'origine dei disturbi che ci affliggono....Mia figlia e' stata a lungo in cura dal dott. Speciani che esegue test Dria,: e' risultata intollerante ad un'infinita' di alimenti,per cui escludi questo, quello, quest'altro,per poco non si reggeva piu' in piedi.Fa riflettere il fatto che il tipo di alimenti cui via via risultava intollerante erano quelli testati alla fine dell'esame.Per una persona che in quanto cfsina e fibromialgica soffre di problemi muscolari, mancanza di forza e dolori, che attendibilita' ha il fatto che dopo mezz'ora non riesca piu a sollevare le gambe? Credo che non ce l'avrebbe fatta piu' nemmeno se le avessero testato l'intolleranza al'acqua! Era solo stanca, sfinita.Ai controlli successivi era ancora piu' debole perche' denutrita. A parte il fatto che se durante la terapia cerchi di comunicare col Dott. non riesci a superare il filtro della segretaria! Con cio' non voglio toglierre nulla alla passione con cui il dottore in questione mette nel cercare di superare gli ostacoli della cosidetta medicina ufficiale, ne' alla sua competenza come immunologo.

#6 Johnny

Johnny

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Posted 21 November 2007 - 09:54:57

beh, che il discorso delle intolleranze sia un po'" modaiolo" e' abbastanza evidente. Non conosco nessuno che si sia sottoposto ad uno dei vati test per le intolleranze, che non sia risultato intollerante a questo o a quell'altro alimento! Magari e' proprio vero che ormai, visto cio' che ci propinano come  cibo,la maggior parte di noi sviluppi intolleranza, ma da qui a considerarla la causa, l'origine dei disturbi che ci affliggono....Mia figlia e' stata a lungo in cura dal dott. Speciani che esegue test Dria,: e' risultata intollerante ad un'infinita' di alimenti,per cui escludi questo, quello, quest'altro,per poco non si reggeva piu' in piedi.Fa riflettere il fatto che il tipo di alimenti cui via via risultava intollerante erano quelli testati alla fine dell'esame.Per una persona che in quanto cfsina e fibromialgica soffre di problemi muscolari, mancanza di forza e dolori, che attendibilita' ha il fatto che dopo mezz'ora non riesca piu a sollevare le gambe? Credo che non ce l'avrebbe fatta piu' nemmeno se le avessero testato l'intolleranza al'acqua! Era solo stanca, sfinita.Ai controlli successivi era ancora piu' debole perche' denutrita. A parte il fatto che se durante la terapia cerchi di comunicare col Dott. non riesci a superare il filtro della segretaria! Con cio' non voglio toglierre nulla alla passione con cui il dottore in questione mette nel cercare di superare gli ostacoli della cosidetta medicina ufficiale, ne' alla sua competenza come immunologo.

 


Io la vedo così.
Se una persona è "normale", cioè appesantita da un qualche gonfiore
intestinale, un qualche mal di testa, una lieve e sopportabile stanchezza
(che non ha conosciuto quella vera), l'allarmarsi e rivolgersi a un centro
specializzato per correggere la sua dieta in base alle intolleranze alimentari
è buona cosa e spesso, questa persona, risolverà, se costante e paziente,
i suoi problemi in tempi brevi.
Il discorso cambia in un soggetto con CFS o FM dove le intolleranze alimentari magari c'entrano, anzi, quasi sicuramente c'entrano, ma sono solo una piccola fetta della grande torta. In questo soggetto è utile si verificare le intolleranze
ma è assai più utile un nutrizionista, un educatore alla scienza del nutrirsi,
che però sia a conoscenza della patologia.
Più che cosa NON mangiare ti devono educare a capire cosa, come, quando, quanto e perchè mangiare, tenendo conto di tutto ciò che è la tua patologia
e soprattutto tenendo conto della tua unicità come individuo.
Nei centri che fanno intolleranze e dai medici (se pur bravi) che trattano
CFS e FM potrai contare solo su ben remunerati papiri, su qualche ben
remunerato consiglio dietetico, su una bella e ben remunerata pacca sulla spalla
ed aurevoir.
Nessuno è capace di andare oltre il ben collaudato standard di un tabulato
uscente da un computer oppure dal ben collaudato standard di una dieta
generalizzata che in teoria dovrebbe andare bene per tutti.
Poi non si fanno trovare, non superi la segretaria o quando li trovi non
si ricordano nemmeno chi sei.
Che dire.... :(

In definitiva, i test a parer mio sono inutili per un CFS, o meglio,
possono essere utili se non costosi (anche perchè i controlli a tempi brevi
sono necessari), saputi interpretare, eseguiti presso
un medico non famoso che magari abbia tempo da dedicarti,
da consigliarti e da risponderti al telefono e magari per fare
qualcosa di diverso che si sà, anche la mente necessita di essere
stimolata.
Allora vado a Cuba mi dirai....
Perchè no.
Sono sicuro che a Cuba alcune intolleranze alimentari ti spariranno,
scommettiamo?
Della serie: "I misteri della mente umana"


#7 vivolenta

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Posted 21 November 2007 - 10:29:08

secondo me i cibi influiscono molto sullo star bene
le esperienze dell'approccio dan per l'autismo ne è un esempio piu che documentato
il glutine è un problema per olte persone e come quello i latticini e molte sono le ricerche che ne svelano il motivo
non so se perchè il grano è stato troppo manipolato o se perchè se ne è abusato fatto sta che molti con la sua eliminazione o riduzione stanno meglio
è anche vero però ciò che disse il mio medico quando avevo problemi di gastrite e cioè che se avessi potuto eliminare tutti i miei problemi e vivere serenamente il mio stomaco avrebbe funzionato e digerito tutto
Quanto ai test vari, bhe.. quelli credo siano una bufala
anche se uno puo credere che siano attendibili perchè di solito eliminando zuccheri grano latte e latticini di mucca ecc insomma tutte quelle cose che sono abitualmente base della nostra dieta, si sente meglio, almeno per un po e credo perchè variare e porre piu attenzione a cio che si mangia fa comunque bene
Personalmente ho avuto benefici dal eliminazione di alcune cose, lo zucchero bianco non so piu cosa sia e il glutine eliminato o molto ridotto.
Però i test non mi danno la stessa affidabilità della lettura della mano, se ci voglio credere ci credo, però è facile per chiunque dire guardando la mano cose applicabili a ogni essere umano , cosi come è facile dire coi test elimini zuccheri e glutine e mangi l'orata al posto del branzino, solo che si dovrebbe limitare al poco e al vago.
Se si comincia a ridurre i cibi col tempo si è di nuovo punto e a capo
La mia disperazione mi ha portato a provare anche quelle cose e per tre mesi sono stata quasi bene, ma poi come spesso capita a chi stà con sta patologia l'illusione è svanita :(
Meglio cinghiale che pecora

#8 vivolenta

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Posted 21 November 2007 - 10:34:24

voglio dire personalmente continua il mio no a zucchero bianco e glutine e anche alcuni cibi, ma si deve fare una fatica per capire quali...perchè adesso è questo ma fra un mese magari sara quello.
Insomma variare variare variare, secondo me è la cosa migliore, poi alcuni che hanno problemi di salute possono trarre giovamento nell'introdurre incrementare o ridurre o eliminare... ma che sbattimento ..
Meglio cinghiale che pecora

#9 abel

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Posted 04 January 2008 - 19:56:54

Io la vedo così invece
quelli che hanno problemi vanno a fare i test.
è per questo che la maggior parte di essi ha riscontranza di intolleranze.

chi sta bene non lo fa!

è inutile dire che gli allergeni sono aumentati e noi siamo sottoposti a cose che i nostri nonni non mangiavano né respiravano



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