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[memole74]

Ogni giorno colpisce quasi otto milioni di italiani, un milione dei quali vive in Lombardia. Talvolta è solo un lieve fastidio, spesso è un dolore insopportabile che limita pesantemente la vita quotidiana di chi ne soffre, condizionandone il lavoro, lo studio ma anche affetti e relazioni sociali. Per questo il mal di testa viene considerato da medici ed esperti un problema emergente, da affrontare con cure sempre più efficaci per debellare la malattia o, nei casi più gravi, contribuire almeno a lenire la sofferenza.

Nell’ambito della “Settimana delle cefalea”, dal 26 al 29 settembre Pavia sarà teatro del più importante Congresso nazionale sulla materia, organizzato dalla Società Italiana per lo studio delle Cefalee (SISC) con il patrocinio del Ministero della Salute, dell’Asl, delle Fondazioni degli istituti Mondino e Maugeri (che ospiteranno i vari eventi) e dell’Università di Pavia.

Al simposio, giunto alla 21esima edizione, prenderanno parte medici e autorevoli scienziati che dovranno fornire, confrontare e condividere modelli sperimentali per dare un aiuto efficace a chi soffre dei più diffusi tipi di mal di testa: dall’emicrania alla cefalea muscolo-tensiva, dalla cefalea a grappolo ai tanti disturbi connessi a queste patologie (a cominciare dai problemi del sonno).

“Sono stati fatti molti passi avanti negli anni – spiega il professor Giuseppe Nappi, presidente del Congresso e direttore scientifico dell’Istituto Neurologico Mondino e fondatore dell’autorevole centro per le cefalee – ma oggi chi soffre di queste patologie chiede agli specialisti cure efficaci se non per guarire, almeno per ridurre gli attacchi di mal di testa. E un dato è ormai evidente: le cefalee necessitano di un approccio terapeutico diversificato da caso a caso, a cominciare proprio dall’età e dal sesso di chi ne soffre”.

Tra i temi affrontati dai numerosi esperti nel corso del congresso, i risvolti medici e scientifici ma anche quelli burocratici.
A conferma della sensibilità crescente verso le cefalee (che nelle forme più gravi può avere effetti devastanti sulla normale vita dei pazienti) c’è la recente decisione della Regione Lombardia (unica sinora in Italia) di riconoscere queste patologie come possibili cause di invalidità civile: un’esperienza pilota che verrà analizzata dal professor Fabio Buzzi, direttore dell’istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia e coordinatore di un’apposita commissione del Pirellone.

(dal sito www. miapavia.it)