
PNEI- psiconeuroendocrinoimmunologia
#1
Inviato 15 febbraio 2006 - 17:34:59
PNI o PNEI stanno per Psico Neuro (Endocrino) Immunologia.
Questo nome poco attraente nasconde la nuova frontiera della medicina, che ci riserva non poche sorprese.
Perché la scienza sta lentamente ma inesorabilmente convalidando la visione delle terapie naturali integrate e della naturopatia in genere.
Raccoglie infatti le scoperte scientifiche più recenti, in una visione dell'organismo che supera le vecchie suddivisioni tra soma e psiche e il concetto delle specializzazioni.
Proprio grazie a queste coraggiose ricerche ad esempio è stata dimostrata l'enorme validità terapeutica della meditazione, che pure è ,in ultima analisi, una tecnica spirituale.
La PNI, tra le alte cose, grazie all'utilizzo di strumenti sempre più sofisticati, sta convalidando scientificamente l'efficacia delle terapie naturali.
http://www.lauraquin...cipale/pnei.htm
Amministrazione CFSitalia
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"Il Forum ha carattere divulgativo e le informazioni contenute non devono sostituirsi alle visite e alle diagnosi mediche. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose"
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"Il senso della vita
è dare senso alla vita”
(R.Steiner)
#2
Inviato 17 febbraio 2006 - 12:57:23
Per esprimere la “grande connessione” tra i sistemi dell’organismo un tempo ritenuti indipendenti, è nata una nuova branca della Medicina, la Psiconeuroendo-crinoimmunologia, indicata con la sigla PNEI, a cui apportano il loro contributo, studiosi di diverse specialità come neurologi, psichiatri, biologi molecolari, immunologi, endocrinologi. Questa disciplina indaga le modalità con cui la psiche, il sistema nervoso ed il sistema immunitario s’influenzano in modo vicendevole. Al di là dell’interesse speculativo, questo nuovo campo d’indagine appare interessante e proficuo per le prospettive pratiche che consentirebbero di prevenire l’insorgenza di alcune malattie o di contribuire alla loro guarigione.
Oggi appare sempre più evidente che il corpo non è solo una macchina, in senso meccanicista e non ha più senso ritenere che il cuore o il cervello siano la sede unica delle emozioni e della coscienza. Se fino a qualche anno fa si riteneva che i neuropeptidi costituissero la forma di linguaggio e di comunicazione delle cellule nervose tra loro o con le cellule muscolari o con quelle ghiandolari, attualmente, si può affermare con certezza che queste molecole sono prodotte anche dalle cellule immunitarie e viceversa queste ultime sono dotate di recettori, sorta di chiavi molecolari inserite nella loro membrana cellulare, che ricevono e decodificano la comunicazione portata da neuropeptidi prodotti in altri organi ed apparati. Si può così concludere che i neuropeptidi sono mediatori sia delle informazioni sia delle emozioni e che agiscono nei più svariati sistemi dell’organismo.
Il sistema immunitario è oggi considerato come un organo recettore periferico, un “sesto senso” che percepisce elementi dell’ambiente che sfuggono ad altri sensi, elementi non solo connotati in senso biologico stretto ma caratterizzati da valenze cognitive.
Stanno emergendo dati sempre più numerosi che evidenziano l’effetto immunodepressivo dello stress e viceversa l’azione potenziante le difese immunitarie che è esercitata da uno stile di vita in cui il ruolo stressogeno viene ridotto con svariate modalità.
Lo stress, infatti, ha molteplici ripercussioni sul corpo ma anche sulla mente. La mente stessa contribuisce all’insorgere dello stato di stress attraverso la valutazione cognitiva di quello che ci accade, in relazione al significato che non gli attribuiamo e alle modalità di cui disponiamo per farvi fronte. A parità di evento, ci si può sentire “sfidati” a dare il meglio di sé, o abbattere, ritenendo l’accadimento una calamità che rende impotenti. Nel primo caso lo stress è benefico, e si configura, come lo definiva lo studioso Selye, il “sale della vita”, che dà sapore alla nostra quotidianità, spingendoci all’azione ed all’evoluzione personale. Al contrario, nella seconda eventualità, diventa la premessa per una condizione d’impotenza, che se intensa o protratta può evolvere in depressione, con un coinvolgimento della psiche e del corpo, anche attraverso la sua influenza sulle funzioni immunitarie, che vengono modulate negativamente, così da esporre l’individuo ad un maggior rischio di malattia.
http://www.psicolab....cat=15&arid=265
Amministrazione CFSitalia
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(R.Steiner)
#3
Inviato 16 maggio 2006 - 00:26:05
".....Si tratta di una scienza in continua e rapida evoluzione, che scopre sempre nuovi strumenti terapeutici...."
".....Uno dei grandi meriti della PNI è quello di fare luce sui meccanismi dello stress, che si è scoperto essere una concausa importante in quali tutti gli eventi patologici...."
"....Con questa questa nuova visione che abbraccia tutta la scienza medica, crollano vecchi paradigmi (ad esempio 1 malattia, 1 causa, un microrganismo, 1 farmaco o vaccino), e si aprono nuovi orizzonti per la comprensione e la cura delle patologie note..."
".....Un termini noti, una visione olistica. Dov’è allora la novità? È fondata scientificamente!"
Tutto il resto lo trovate cliccando qui: http://www.lauraquin...lementi_pni.htm
Amministrazione CFSitalia
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(R.Steiner)
#4
Inviato 23 marzo 2007 - 12:56:36
[COLOR=green]Qui andrebbe un immagine, ci ho provato ma non ci riesco proprio a capire ( sono in periodo di forte distruzione neuroni..) lo invio all'amministrazione che prego di inserire se e quando ne avrà il tempo... scusate.
Didascalia dell’immagine
Legenda: MSH= Ormone stimolante i melanociti; GH= Ormone della crescita; IGF-1= Fattore di crescita insulino simile; PRL= Prolattina; MIF= Fattore inibitorio della migrazione dei macrofagi
L’immagine mostra le complesse relazioni tra sistema nervoso, ormoni e immunità. La reazione di stress è avviata dall’ormone ipotalamico CRH che attiva l’ipofisi a produrre ACTH, il quale induce le surrenali a produrre cortisolo. Sempre dall’ipotalamo partono segnali nervosi che attivano il locus ceruleus, il quale, tramite il simpatico, determina l’aumento della produzione di adrenalina, noradrenalina e dopamina. L’insieme delle sostanze prodotte sotto stress ha un effetto depressivo sull’immunità.
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Emozioni, salute e malattia
Gli anni ’90 hanno visto una crescita significativa degli studi sulla neurobiologia delle emozioni. Joseph LeDoux, neurobiologo dell’Università di New York, ha dimostrato che una emozione primordiale come la paura ha nell’amigdala il suo centro di attivazione. Quest’area cerebrale riceve i segnali di pericolo che giungono dalla vista e dall’udito e, al tempo stesso, tramite i suoi collegamenti con ipotalamo e locus ceruleus, è capace di attivare il sistema dello stress. L’amigdala si forma precocemente durante lo sviluppo del cervello e può essere segnata da traumi o eventi stressanti fin nel grembo materno, alterando e condizionando nel tempo il sistema dello stress del bambino.
Antonio Damasio, neurologo dell’Università dell’Iowa, nel suo decennale lavoro su coscienza ed emozioni, ha dimostrato che la tristezza, più della collera, è capace di attivare intensamente l’ipotalamo e alcune aree corticali.
La disregolazione del sistema dello stress da parte di emozioni, traumi ed eventi stressanti in genere, altera potentemente l’assetto e il funzionamento del sistema immunitario. Se nel breve periodo, il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina (catecolamine) hanno un effetto tonificante anche sull’immunità, nel medio-lungo periodo, queste sostanze collocano la risposta immunitaria su una posizione (Th2) inadatta a combattere virus e tumori. Al tempo stesso, la disregolazione dell’asse dello stress può favorire lo sviluppo di malattie autoimmuni di vario tipo.
Studi recenti dimostrano che anche patologie come l’aterosclerosi, tradizionalmente concepite come frutto dell’eccesso di colesterolo nel sangue, sono fortemente condizionate dall’umore: la depressione, con la sovrapproduzione di cortisolo e catecolamine che spesso accompagna la malattia, contribuisce ad alterare la parete interna dei vasi, favorendo la formazione della tipica lesione aterosclerotica.
Infine, i lavori di Robert Sapolsky, neurobiologo della Stanford University, hanno dimostrato che l’alterazione del sistema dello stress e la sovrapproduzione di cortisolo, tipiche della depressione maggiore, possono avere ripercussioni sull’ippocampo, area cerebrale deputata alla formazione della memoria a lungo termine, inducendo morte dei neuroni e atrofia.
Certo, la risposta allo stress è individuale, è segnata dalla storia della nostra individualità psicobiologica. Per alcuni, un evento stressante può essere destabilizzante, per altri galvanizzante. Lo studio delle differenze, delle “costituzioni”, dei “terreni”, è una delle frontiere attuali della psiconeuroendocrinoimmunologia. (f.b.)
PER APPROFONDIMENTI: CERCA ---SIPNEI--- PNEI
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http://www.ilnuovomondo.it/artpnei.htm
I neuropeptidi
I neuropeptidi possono essere considerati delle molecole "psichiche" in quanto non trasmettono solo informazioni ormonali o metaboliche, ma "emozioni". Ogni stato emotivo quale amore, paura, piacere, dolore, ansia, rabbia, ecc.., con le sue complesse sfumature definite comunemente sentimenti, è diffuso nel corpo da specifici neuropeptidi comprendenti i neurotrasmettitori e gli ormoni.
La componente principale delle molecole dell’emozione è costituita da strutture proteiche dette recettori situati sulla superficie esterna delle cellule capaci di interagire a stimolazioni energetiche e chimiche. Un tipico neurone del sistema nervoso può avere milioni di recettori disposti sulla sua superficie. Oggi, attraverso le tecnologie molocolari è possibile isolare e studiare la struttura molecolare dei singoli recettori e la loro distribuzione nelle varie parti del corpo e potremmo definirli anche come le molecole sensitive delle cellule che restano in attesa di captare altre piccole molecole che si diffondono nel fluido extracellulare. Sono quest’ultimi i liganti ovvero delle chiavi chimiche altamente specifiche che legandosi al recettore inducono in esso delle modificazioni tali da far passare l’informazione all’interno della cellula. Si avvia, quindi, una serie di reazioni biochimiche cellulari che si possono tradurre in modificazioni funzionali visibili anche sul piano fisiopatologico come modificazioni dell’attività fisica, del comportamento nonché dell’umore. Generalmente i liganti sono molecole molto più piccole dei recettori e si suddividono in tre diversi tipi chimici. Il primo tipo di liganti comprende i classici neurotrasmettitori ossia molecole generalmente prodotte dal cervello che ritroviamo a livello sinaptico (acetilcolina, norepinefrina, dopamina, serotonina, ecc..).
Una seconda categoria è rappresentata dagli steroidi che comprendono gli ormoni sessuali (estrogeni, progesterone, testosterone, ecc..), il cortisolo secreto dalla ghiandola surrenale. L’ultima categoria, la più numerosa e complessa, è rappresentata dai Peptidi. Tali sostanze chimiche svolgono un ruolo importantissimo in tutti i processi vitali e rappresentano le molecole dell’emozione.
Contrariamente dalle aspettative la ricerca ha dimostrato che i linanti e i loro recettori sono presenti in ogni parte del corpo e non solo nel sistema nervoso. Questo significa che tutto il corpo "pensa" e che ogni cellula "sente" e prova "emozioni", elabora le proprie informazioni e le trasmette ad ogni altra cellula attraverso una fittissima rete di comunicazione per cui ogni aspetto psicofisico umano può essere visto come una parte di un’unica realtà. Attualmente sono state isolate circa sessanta molecole neuropeptidiche che provvedono all’elaborazione di tutte le differenti manifestazioni fisiologiche delle emozioni in una impressionante combinazioni di varietà.
Le basi molecolari delle emozioni possono dunque essere definite come i messaggeri che trasportano informazioni per collegare tra loro i grandi sistemi dell’organismo in un’unica unità funzionale che possiamo definire corpo / mente.
Sistema immunitario (estratto)
I linfociti possiedono anche recettori per i neurotrasmettitori del sistema nervoso autonomo (noradrenalina, adrenalina, acetilcolina) così ogni modificazione del sistema simpatico e parasimpatico può produrre effetti sulle cellule immunitarie stesse che verranno più o meno stimolate nelle loro funzioni. Se si considera inoltre come il sistema nervoso autonomo possa far esprimere a tutto il corpo attraverso una eccitazione o un’inibizione del tono simpatico/parasimpatico un emozione nata nella mente, allora ci apparirà sempre più evidente il nesso tra emozioni e sistema immunitario. Sembra anche che le stesse cellule immunitarie siano in grado di produrre neurotrasmettitori ed ormoni, cioè le stesse sostanze che si riteneva essere prodotte solo dal cervello o dalle ghiandole endocrine.
Altri recettori linfocitari sono specifici per i neurotrasmettitori ipotalamici ed ipofisari (CRH, TRH, GnRH, ACTH, VIP, ecc .) per le endorfine ed encefaline.
E’ ormai noto da tempo che, in situazioni di stress, i livelli di adrenalina e noradrenalina aumentano, che l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene viene attivato e che, di conseguenza, il cortisolo aumenta determinando un’azione soppressiva nelle reazioni immunitarie attraverso una riduzione del numero dei macrofagi, linfociti T, Natural Killer, inibendo la produzione di citochine e stimolando l’attività dei linfociti soppressori.
La scoperta inoltre che gli ormoni ed in genere i peptidi, potessero favorire direttamente funzioni superiori quali l’apprendimento e la memoria ha ulteriormente arricchito le connessioni tra i due sistemi cosi come le emozioni si sono dimostrate connesse ai neurotrasmettitori ed agli ormoni. Se un’emozione spinge un individuo ad agire in senso attivo l’ipotalamo stimolato da un sistema integrato di neurotrasmettitori (noradrenalina, dopamina, serotonina, acetilcolina, ecc..) produce CRF, un neuropeptide che induce l’ipofisi anteriore a produrre ACTH capace di agire sulla ghiandola surrenale stimolando la produzione di cortisolo e preparando l’organismo all’azione. Il CRF ha inoltre un ruolo importante nella regolazione del sistema nervoso vegetativo stimolando il sistema simpatico ed inibendo il parasimpatico con conseguente eccitazione del sistema cardiocircolatorio. Parallelamente va a deprimere la produzione di un altro importante neuropeptide, il GnRH (gonadotropin relising factor) stimolante la produzione di ormoni sessuali. L’ACTH d’altra parte oltre ad un’azione endocrina di stimolo sulla produzione di cortisolo, possiede anche un’azione a livello del sistema nervoso centrale rilevabile a livello delle reazioni comportamentali quali il miglioramento dell’attenzione, delle capacità di prestazione e della reattività.
Lo stress in genere, anche puramente emozionale, determina una attivazione dei principali sistemi endocrini e gli ormoni coinvolti, variando a seconda dell’emozione e della durata della stessa, inducono profonde modificazioni sia sullo stato fisico che comportamentale. Uno stress da separazione normalmente non si associa ad una riduzione degli ormoni sessuali mentre una sofferenza secondaria ad uno stato di svalutazione normalmente si associa sempre ad una riduzione di questi ormoni.
Estratto DA:
"La Psiconeuroimmunologia: un mondo nelle tue mani"
di Gianfranco Caron (dr.caron@tin.it)
tratto dal sito http://www.lastradaw... nelle tue mani del 09 maggio 2002
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#5
Inviato 23 marzo 2007 - 13:56:16
P.S.
Questa è l'immagine che voleva postare Vivolenta.

Iosto'conChiara
Quando le voci in te parlano di fine;
quando la mente dice che hai perduto;
quando credi che sia impossibile;
eppure prosegui,ti sollevi sulla tua Spada;
e fai ancora un altro passo;
Lì è dove termina l'Uomo;
Lì è dove comincia Dio.
Mentre si aspettano future ricerche è importante per prima cosa non
nuocere.
Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.
"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile.
Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato.
Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere,
per la quale Dio non abbia una cura corrispondente".
Paracelso
“Questa realtà è solo un sogno di cui siamo convinti!”
Mio collegamento
Per quanto riguarda l'ipotesi che la CFS possa essere una forma di Depressione Mentale,tutti gli studi hanno contraddetto tale approccio.Per citare un solo ma importante rilievo clinico:i livelli di Cortisolo sono molto bassi nella CFS,al contrario di quelli alterati verso l'alto della Sindrome Depressiva.
Allora, se capiamo che siamo responsabili di ciò che viviamo, già questo cambia del tutto la visione delle cose.
Livello anormalmente alto o basso di cAMP causa difetti di apprendimento e di capacità di memoria,in generale.
Sul cAMP ci sarebbero molte cose da dire al fine di una buona memoria e cognitività,forse lo faro' un giorno sul mio topic,tempo permettendo,ora voglio solo ripetere una verità a cui sono arrivato da qualche anno,aumentare il cAmp nei giovani comporta un miglior apprendimento e memoria,accade l'inverso nelle persone adulte o anziane.Quindi il cervello dei giovani si comporta all'opposto dei cervelli dei vecchi ed anziani questo avviene anche negli animali da laboratorio,questo spiega anche tutta la diatriba sulla Cannabis terapeutica..........negativa nei giovani un toccasana negli anziani,perchè comporta una diminuzione,appunto,del cAmp e quindi potenzia la comunicazione tra neuroni e quindi la memoria,apprendimento e cognitività,mal ridotti nella CFS/ME,fibromialgia,MCS,MBS,ed altre......
https://www.youtube....h?v=ICjFAa2ZbIY
#6
Inviato 23 marzo 2007 - 15:57:34
Sai mi domandavo; - visto che ora hanno dato un nome a quello che le antiche medicine sapevano- cioè tutto è collegato cosa pensi, troveremo piu facilmente un neuroendocrinoimmunologo che ci sappia aiutare a migliorare il nostro stato? E visto che ha un nome scentifico troveranno un farmaco che per aiutare il cuore non distrugga il fegato?.............Sapevo che avresti apprezzato.
Integratore di colinaacido alfalipoico vit C e E... se interessa ti mando il nome in privato
#7
Inviato 23 marzo 2007 - 17:29:50
Qui trovate la sua presentazione e indirizzi: http://www.cfsitalia...&st=0#entry4278
Nel suo sito web leggete questa pagina in cui si parla di PNEI: http://www.smige.net...mmunologia.html
Per vivolenta:
Ho corretto il tuo secondo link mettendo quello diretto della pagina (se non ti ricordi come si fa: http://www.cfsitalia...&st=0#entry5318 )
Amministrazione CFSitalia
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(R.Steiner)
#8
Inviato 23 marzo 2007 - 20:12:59
Inviabile lucidità e capacità organizzativa... se divento miliardaria ti propongo stipendio da capogiro per aiutarmi nella gestione pratica di tutto...
Insomma, ho letto il tuo post del 2006.. ma qualche neuroendocrinoimmunologo si può contattare per sapere se hanno affrontato la cfs? Che dici? ci organizziamo in qualche modo? Gli scriviamo ?

materiale di ricerche ne abbiamo...
o siamo troppo impegnativi?
#10
Inviato 24 marzo 2007 - 18:44:43
vittoria sei una meraviglia.
Inviabile lucidità e capacità organizzativa... se divento miliardaria ti propongo stipendio da capogiro per aiutarmi nella gestione pratica di tutto...
Insomma, ho letto il tuo post del 2006.. ma qualche neuroendocrinoimmunologo si può contattare per sapere se hanno affrontato la cfs? Che dici? ci organizziamo in qualche modo? Gli scriviamo ?
materiale di ricerche ne abbiamo...
o siamo troppo impegnativi?
Importante per noi questa notizia,ho scritto ad un pnei doctor,ma non mi ha ancora risposto.
NUOVI TESTS DIAGNOSTICI
IN ARRIVO NUOVI TEST DIAGNOSTICI.IL TEST DE PROFILO DEI NEURO TRASMETTITORI E' UN ESAME UTILE AL FINE DI VALUTARE L'ASSETTO NEUROTRASMETTORIALE DELL'INDIVIDUO.E' UTILE PER INQUADRARE AL MEGLIO I DISTURBI DELL'UMORE,DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE E DELLA SFERA COGNITIVA COME ANSIA,DEPRESSIONE,OVEREATING,ANORESSIA,BULIMIA,INSONNIA,DISTURBI DELL'ATTENZIONE,DELLA CONCENTRAZIONE E DELLA MEMORIA .E' UTILE ALTRESI'PER PERSONALIZZARE ED OTTIMIZZARE LE CURE PIU' APPROPRIATE.E' UN ESAME SEMPLICE CHE SI EFFETTUA SU UN PICCOLO CAMPIONE DI URINE.INFORMAZIONI DETTAGLIATE SI TROVANO SUL SITO:www.neuroscienceinc.com.
https://www.neurorel...id=12&Itemid=46
Iosto'conChiara
Quando le voci in te parlano di fine;
quando la mente dice che hai perduto;
quando credi che sia impossibile;
eppure prosegui,ti sollevi sulla tua Spada;
e fai ancora un altro passo;
Lì è dove termina l'Uomo;
Lì è dove comincia Dio.
Mentre si aspettano future ricerche è importante per prima cosa non
nuocere.
Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.
"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile.
Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato.
Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere,
per la quale Dio non abbia una cura corrispondente".
Paracelso
“Questa realtà è solo un sogno di cui siamo convinti!”
Mio collegamento
Per quanto riguarda l'ipotesi che la CFS possa essere una forma di Depressione Mentale,tutti gli studi hanno contraddetto tale approccio.Per citare un solo ma importante rilievo clinico:i livelli di Cortisolo sono molto bassi nella CFS,al contrario di quelli alterati verso l'alto della Sindrome Depressiva.
Allora, se capiamo che siamo responsabili di ciò che viviamo, già questo cambia del tutto la visione delle cose.
Livello anormalmente alto o basso di cAMP causa difetti di apprendimento e di capacità di memoria,in generale.
Sul cAMP ci sarebbero molte cose da dire al fine di una buona memoria e cognitività,forse lo faro' un giorno sul mio topic,tempo permettendo,ora voglio solo ripetere una verità a cui sono arrivato da qualche anno,aumentare il cAmp nei giovani comporta un miglior apprendimento e memoria,accade l'inverso nelle persone adulte o anziane.Quindi il cervello dei giovani si comporta all'opposto dei cervelli dei vecchi ed anziani questo avviene anche negli animali da laboratorio,questo spiega anche tutta la diatriba sulla Cannabis terapeutica..........negativa nei giovani un toccasana negli anziani,perchè comporta una diminuzione,appunto,del cAmp e quindi potenzia la comunicazione tra neuroni e quindi la memoria,apprendimento e cognitività,mal ridotti nella CFS/ME,fibromialgia,MCS,MBS,ed altre......
https://www.youtube....h?v=ICjFAa2ZbIY
#11
Inviato 24 marzo 2007 - 19:27:12
AL MASTER INTERNAZIONALE IN MEDICINA ANTIAGING DI NIZZA(17-20 MARZO) E CONGRESSO DI MONACO
ARGOMENTI TRATTATI AL MASTER:
-GLI EFFETTI BRUCIAGRASSO ED IMMUNORINGIOVANENTI DEL KETO-DHEA.
-PREGNENOLONE:PRESERVA LA MEMORIA ANCHE NELL'UOMO?
-COME USARE PREGNENOLONE E KETODHEA.
-STORIE CLINICHE di PAZIENTI TRATTATI CON I 2 ORMONI(SINDR.PREMESTRUALE,PREMENOPAUSA,FATICA CRONICA,FIBROMIALGIA,AIDS,OBESITA' E RINGIOVANIMENTO CUTANEO)
Siamo nel campo della P.N.E.I.
Iosto'conChiara
Quando le voci in te parlano di fine;
quando la mente dice che hai perduto;
quando credi che sia impossibile;
eppure prosegui,ti sollevi sulla tua Spada;
e fai ancora un altro passo;
Lì è dove termina l'Uomo;
Lì è dove comincia Dio.
Mentre si aspettano future ricerche è importante per prima cosa non
nuocere.
Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.
"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile.
Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato.
Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere,
per la quale Dio non abbia una cura corrispondente".
Paracelso
“Questa realtà è solo un sogno di cui siamo convinti!”
Mio collegamento
Per quanto riguarda l'ipotesi che la CFS possa essere una forma di Depressione Mentale,tutti gli studi hanno contraddetto tale approccio.Per citare un solo ma importante rilievo clinico:i livelli di Cortisolo sono molto bassi nella CFS,al contrario di quelli alterati verso l'alto della Sindrome Depressiva.
Allora, se capiamo che siamo responsabili di ciò che viviamo, già questo cambia del tutto la visione delle cose.
Livello anormalmente alto o basso di cAMP causa difetti di apprendimento e di capacità di memoria,in generale.
Sul cAMP ci sarebbero molte cose da dire al fine di una buona memoria e cognitività,forse lo faro' un giorno sul mio topic,tempo permettendo,ora voglio solo ripetere una verità a cui sono arrivato da qualche anno,aumentare il cAmp nei giovani comporta un miglior apprendimento e memoria,accade l'inverso nelle persone adulte o anziane.Quindi il cervello dei giovani si comporta all'opposto dei cervelli dei vecchi ed anziani questo avviene anche negli animali da laboratorio,questo spiega anche tutta la diatriba sulla Cannabis terapeutica..........negativa nei giovani un toccasana negli anziani,perchè comporta una diminuzione,appunto,del cAmp e quindi potenzia la comunicazione tra neuroni e quindi la memoria,apprendimento e cognitività,mal ridotti nella CFS/ME,fibromialgia,MCS,MBS,ed altre......
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#12
Inviato 25 marzo 2007 - 01:46:07
Forum : http://forum.smige.net/ Come diceva Marialuisa il doc è davvero molto disponibile.
Altri pnei doctor, come dice Romy, io al momento non ne conosco da consigliare, ma ci si può informare... in caso come dice Vivolenta si potrebbe inviare loro del materiale e chiedere info perchè no; intanto sentiamo anche Romy se riuscirà ad ottenere una risposta.
P.S. [ quote] vittoria sei una meraviglia.Inviabile lucidità e capacità organizzativa... se divento miliardaria ti propongo stipendio da capogiro per aiutarmi nella gestione pratica di tutto... [quote]
Vivolenta sei troppo simpatica, spontanea e divertente

Amministrazione CFSitalia
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#13
Inviato 26 marzo 2007 - 17:37:47
1. riesca a diagnosticare e misurare i diversi "squilibri" del corpo (entità e
quantità di neurotrasmettitori, ormoni, virus, batteri, ecc.),
2. a riequilibrare le funzioni corporee e
3. a capire il nesso fra i diversi sintomi/squilibri di sistemi (scusate se lo
dico con parole semplici) !
Io questo l'ho trovato nell'Elettroagopuntura secondo Voll integrata (EAVI).
Rimando alla sezione "Salute e benessere" in cui Vittoria ed io abbiamo postato 2 contributi teorici !
Mi sto curando da 1 anno con questo sistema, che diagnostica la persona in toto ed in modo molto approfondito (tramite le frequenze delle sostanze)!
Prevede la cura con farmaci omeopatici e omotossicologici.
Ovviamente, per noi con sintomi e patologie diverse e connesse, serve un professionista!
Sappiatelo (perchè non tutti i medici lo dicono): le CURE sono LUNGHE !!!
Si parla tranquillamente di 1-2 anni (dipende dal caso)!!!
E' l'occasione per imparare l'arte della fiducia e della pazienza !

I risultati all'inizio (nei primi mesi) sono quasi impercettibili, ma piano piano si sta meglio. Il mio doc risolve un problema alla volta, ma quello che risolve, è definitivo !
Le fasi di cura sono diverse: si parte dalla depurazione per arrivare alla fine a ricostruire parti del corpo danneggiate (es. gli strati della mucosa intestinale), risp. far rifunzionare sistemi sconnessi (es. sistema ormonale, immunitario).
Anche psicologicamente si sta meglio (recupero della concentrazione, della memoria, dell'intuito!).
Mai sentito qualcosa del genere ???

Inoltre (come illustrato nel post teorico sull'EAVI) esiste una gerarchia di sistemi nel corpo, per cui "riequilibrando" quello a monte, si "curano" anche sintomi a valle
(p.es.: una carenza di neurotrasmettitori puo' provocare carenze ormonali).
Ma ogni caso è un caso a sè e necessita di una diagnosi individuale !!!

Ciao
Gladiola
PS: non sto dicendo che questa terapia puo' tutto, ma sicuramente puo' molto!
E per il mio caso e la mia esperienza molto, molto, molto di piu' delle cure tradizionali !!!

#14
Inviato 13 maggio 2007 - 18:43:04
SIPNEI -psiconeuroendocrinoimmunologia-
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Legenda: MSH= Ormone stimolante i melanociti; GH= Ormone della crescita; IGF-1= Fattore di crescita insulino simile; PRL= Prolattina; MIF= Fattore inibitorio della migrazione dei macrofagi
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Emozioni, salute e malattia
Gli anni ’90 hanno visto una crescita significativa degli studi sulla neurobiologia delle emozioni. Joseph LeDoux, neurobiologo dell’Università di New York, ha dimostrato che una emozione primordiale come la paura ha nell’amigdala il suo centro di attivazione. Quest’area cerebrale riceve i segnali di pericolo che giungono dalla vista e dall’udito e, al tempo stesso, tramite i suoi collegamenti con ipotalamo e locus ceruleus, è capace di attivare il sistema dello stress. L’amigdala si forma precocemente durante lo sviluppo del cervello e può essere segnata da traumi o eventi stressanti fin nel grembo materno, alterando e condizionando nel tempo il sistema dello stress del bambino.
Antonio Damasio, neurologo dell’Università dell’Iowa, nel suo decennale lavoro su coscienza ed emozioni, ha dimostrato che la tristezza, più della collera, è capace di attivare intensamente l’ipotalamo e alcune aree corticali.
La disregolazione del sistema dello stress da parte di emozioni, traumi ed eventi stressanti in genere, altera potentemente l’assetto e il funzionamento del sistema immunitario. Se nel breve periodo, il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina (catecolamine) hanno un effetto tonificante anche sull’immunità, nel medio-lungo periodo, queste sostanze collocano la risposta immunitaria su una posizione (Th2) inadatta a combattere virus e tumori. Al tempo stesso, la disregolazione dell’asse dello stress può favorire lo sviluppo di malattie autoimmuni di vario tipo.
Studi recenti dimostrano che anche patologie come l’aterosclerosi, tradizionalmente concepite come frutto dell’eccesso di colesterolo nel sangue, sono fortemente condizionate dall’umore: la depressione, con la sovrapproduzione di cortisolo e catecolamine che spesso accompagna la malattia, contribuisce ad alterare la parete interna dei vasi, favorendo la formazione della tipica lesione aterosclerotica.
Infine, i lavori di Robert Sapolsky, neurobiologo della Stanford University, hanno dimostrato che l’alterazione del sistema dello stress e la sovrapproduzione di cortisolo, tipiche della depressione maggiore, possono avere ripercussioni sull’ippocampo, area cerebrale deputata alla formazione della memoria a lungo termine, inducendo morte dei neuroni e atrofia.
Certo, la risposta allo stress è individuale, è segnata dalla storia della nostra individualità psicobiologica. Per alcuni, un evento stressante può essere destabilizzante, per altri galvanizzante. Lo studio delle differenze, delle “costituzioni”, dei “terreni”, è una delle frontiere attuali della psiconeuroendocrinoimmunologia. (f.b.)
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I neuropeptidi
I neuropeptidi possono essere considerati delle molecole "psichiche" in quanto non trasmettono solo informazioni ormonali o metaboliche, ma "emozioni". Ogni stato emotivo quale amore, paura, piacere, dolore, ansia, rabbia, ecc.., con le sue complesse sfumature definite comunemente sentimenti, è diffuso nel corpo da specifici neuropeptidi comprendenti i neurotrasmettitori e gli ormoni.
La componente principale delle molecole dell’emozione è costituita da strutture proteiche dette recettori situati sulla superficie esterna delle cellule capaci di interagire a stimolazioni energetiche e chimiche. Un tipico neurone del sistema nervoso può avere milioni di recettori disposti sulla sua superficie. Oggi, attraverso le tecnologie molocolari è possibile isolare e studiare la struttura molecolare dei singoli recettori e la loro distribuzione nelle varie parti del corpo e potremmo definirli anche come le molecole sensitive delle cellule che restano in attesa di captare altre piccole molecole che si diffondono nel fluido extracellulare. Sono quest’ultimi i liganti ovvero delle chiavi chimiche altamente specifiche che legandosi al recettore inducono in esso delle modificazioni tali da far passare l’informazione all’interno della cellula. Si avvia, quindi, una serie di reazioni biochimiche cellulari che si possono tradurre in modificazioni funzionali visibili anche sul piano fisiopatologico come modificazioni dell’attività fisica, del comportamento nonché dell’umore. Generalmente i liganti sono molecole molto più piccole dei recettori e si suddividono in tre diversi tipi chimici. Il primo tipo di liganti comprende i classici neurotrasmettitori ossia molecole generalmente prodotte dal cervello che ritroviamo a livello sinaptico (acetilcolina, norepinefrina, dopamina, serotonina, ecc..).
Una seconda categoria è rappresentata dagli steroidi che comprendono gli ormoni sessuali (estrogeni, progesterone, testosterone, ecc..), il cortisolo secreto dalla ghiandola surrenale. L’ultima categoria, la più numerosa e complessa, è rappresentata dai Peptidi. Tali sostanze chimiche svolgono un ruolo importantissimo in tutti i processi vitali e rappresentano le molecole dell’emozione.
Contrariamente dalle aspettative la ricerca ha dimostrato che i linanti e i loro recettori sono presenti in ogni parte del corpo e non solo nel sistema nervoso. Questo significa che tutto il corpo "pensa" e che ogni cellula "sente" e prova "emozioni", elabora le proprie informazioni e le trasmette ad ogni altra cellula attraverso una fittissima rete di comunicazione per cui ogni aspetto psicofisico umano può essere visto come una parte di un’unica realtà. Attualmente sono state isolate circa sessanta molecole neuropeptidiche che provvedono all’elaborazione di tutte le differenti manifestazioni fisiologiche delle emozioni in una impressionante combinazioni di varietà.
Le basi molecolari delle emozioni possono dunque essere definite come i messaggeri che trasportano informazioni per collegare tra loro i grandi sistemi dell’organismo in un’unica unità funzionale che possiamo definire corpo / mente.
Sistema immunitario (estratto)
I linfociti possiedono anche recettori per i neurotrasmettitori del sistema nervoso autonomo (noradrenalina, adrenalina, acetilcolina) così ogni modificazione del sistema simpatico e parasimpatico può produrre effetti sulle cellule immunitarie stesse che verranno più o meno stimolate nelle loro funzioni. Se si considera inoltre come il sistema nervoso autonomo possa far esprimere a tutto il corpo attraverso una eccitazione o un’inibizione del tono simpatico/parasimpatico un emozione nata nella mente, allora ci apparirà sempre più evidente il nesso tra emozioni e sistema immunitario. Sembra anche che le stesse cellule immunitarie siano in grado di produrre neurotrasmettitori ed ormoni, cioè le stesse sostanze che si riteneva essere prodotte solo dal cervello o dalle ghiandole endocrine.
Altri recettori linfocitari sono specifici per i neurotrasmettitori ipotalamici ed ipofisari (CRH, TRH, GnRH, ACTH, VIP, ecc .) per le endorfine ed encefaline.
E’ ormai noto da tempo che, in situazioni di stress, i livelli di adrenalina e noradrenalina aumentano, che l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene viene attivato e che, di conseguenza, il cortisolo aumenta determinando un’azione soppressiva nelle reazioni immunitarie attraverso una riduzione del numero dei macrofagi, linfociti T, Natural Killer, inibendo la produzione di citochine e stimolando l’attività dei linfociti soppressori.
La scoperta inoltre che gli ormoni ed in genere i peptidi, potessero favorire direttamente funzioni superiori quali l’apprendimento e la memoria ha ulteriormente arricchito le connessioni tra i due sistemi cosi come le emozioni si sono dimostrate connesse ai neurotrasmettitori ed agli ormoni. Se un’emozione spinge un individuo ad agire in senso attivo l’ipotalamo stimolato da un sistema integrato di neurotrasmettitori (noradrenalina, dopamina, serotonina, acetilcolina, ecc..) produce CRF, un neuropeptide che induce l’ipofisi anteriore a produrre ACTH capace di agire sulla ghiandola surrenale stimolando la produzione di cortisolo e preparando l’organismo all’azione. Il CRF ha inoltre un ruolo importante nella regolazione del sistema nervoso vegetativo stimolando il sistema simpatico ed inibendo il parasimpatico con conseguente eccitazione del sistema cardiocircolatorio. Parallelamente va a deprimere la produzione di un altro importante neuropeptide, il GnRH (gonadotropin relising factor) stimolante la produzione di ormoni sessuali. L’ACTH d’altra parte oltre ad un’azione endocrina di stimolo sulla produzione di cortisolo, possiede anche un’azione a livello del sistema nervoso centrale rilevabile a livello delle reazioni comportamentali quali il miglioramento dell’attenzione, delle capacità di prestazione e della reattività.
Lo stress in genere, anche puramente emozionale, determina una attivazione dei principali sistemi endocrini e gli ormoni coinvolti, variando a seconda dell’emozione e della durata della stessa, inducono profonde modificazioni sia sullo stato fisico che comportamentale. Uno stress da separazione normalmente non si associa ad una riduzione degli ormoni sessuali mentre una sofferenza secondaria ad uno stato di svalutazione normalmente si associa sempre ad una riduzione di questi ormoni.
Estratto DA:
"La Psiconeuroimmunologia: un mondo nelle tue mani"
di Gianfranco Caron (dr.caron@tin.it)
tratto dal sito http://www.lastradaw... nelle tue mani del 09 maggio 2002
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Ma da cosa dipende lo stress?

Accidenti come vi complicate la vita...
mai pensato di avere una Malocclusione non diagnosticata?
#15
Inviato 13 maggio 2007 - 21:18:05
Grazie per la collaborazione.
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