
TU CHE MALATO SEI O SEI DIVENTATO?
#1
Inviato 29 settembre 2006 - 10:47:52
Abbiamo parlato delle trasformazioni estetiche, fisiche causate dalla Cfs.
Abbiamo parlato di quanto la Cfs condizioni la nostra vita sotto l’aspetto pratico e sociale e di conseguenza di quello che ognuno di noi riesce a fare o non fare.
Ora vorrei chiedervi: che malati siete o siete diventati (nel caso siate malati da lunga data) dal punto di vista del carattere, temperamento, umore… siete diventati scontrosi, vi siete chiusi in voi stessi a causa della sofferenza, oppure siete diventati più sensibili ed estroversi per l’aumentato bisogno di comunicare, sentite di avere bisogno di attenzioni più di prima, vorreste più affettuosità dalle persone che vi circondano oppure vi danno noia e vorreste il contrario, vi infastidisce la comprensione e l’interessamento (reale o meno) degli altri nelle vostre vicende, nella vostra vita di malato cronico?...ecc...
Io in questi anni di malattia ho attraversato varie fasi, ora mi sembra di essermi stabilizzata….. tornerò a scrivervi dopo, intanto se qualcuno ha voglia di raccontarsi per confrontarsi e conoscerci meglio.....
Un caro saluto Vittoria
Amministrazione CFSitalia
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"Il Forum ha carattere divulgativo e le informazioni contenute non devono sostituirsi alle visite e alle diagnosi mediche. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose"
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"Il senso della vita
è dare senso alla vita”
(R.Steiner)
#2
Inviato 03 ottobre 2006 - 14:57:45
Questa esperienza da un lato mi ha indurita un po’, ma forse in realtà mi ha solo aperto gli occhi, ora per esempio riesco a riconoscere al volo un "certo tipo di persone”, quindi ad agire di conseguenza, “in tempo” senza soffrire più, e vivo ormai con sano distacco anche le incomprensioni che permangono tutt'ora, a distanza di tempo, con conoscenti e familiari (miracolosamente qualcosina hanno capito in questi anni! :-), però dall’altro lato sono rimasta l’idealista di sempre (o forse lo sono diventata ancora di più) e spero presto di tornare a svolgere volontariato come in passato, di poter offrire comprensione ed ascolto ai malati come e più di prima; sono sempre stata convinta che il supporto psicologico sia "una cura", ora che ho provato personalmente una “serie di cose” … lo sono ancora di più!
Ammetto di aver attraversato periodi bui (specie i primi 4 anni di Cfs) in cui non ho mai accennato un sorriso, ma dentro di me non ho mai perso la voglia di farlo, ed infatti non appena si è ricreata la situazione (intendo dire quando conosciuto ed incontrato persone veramente care ed umane e riacquistato un briciolo di energia in più) sono stata felice di poter di rivivere momenti di allegria e serenità, nonostante tutto.
Questi sono alcuni dei miei cambiamenti dovuti alla Cfs .... E voi ?
Un abbraccio caloroso e un sorriso a tutti i cfssini/fibromialgici o presunti tali, Vittoria
Amministrazione CFSitalia
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è dare senso alla vita”
(R.Steiner)
#3
Inviato 03 ottobre 2006 - 16:14:11
Ho capito che non dobbiamo aver paura di niente,se abbiamo fiducia nella nostra capacità di reagire a tutto ciò che la vita ci riserva oggi e per il futuro.
Per quanto riguarda il rapporto con le altre persone...non mi lascio intimorire da chi pensa che sono così perchè lo voglio io!
Per me le loro parole non valgono nulla,anche se sono stanca di tante piccole insinuazioni!

L'unica cosa che conta per me è la comprensione da parte di mio marito e dei miei genitori che in questi anni mi hanno aiutata molto anche economicamente per sostenere le varie visite,cure etc...
Sono felice di vivere,anche se sono ammalata.

Sono più serena ora rispetto a quando ero meno stanca(un pò lo sono sempre stata fin da bambina),perchè la malattia è stata una possibilità per crescere e diventare una persona più reattiva nei confronti delle difficoltà di ogni giorno
Un abbraccio a tutti
![:tn_243[1]:](http://www.cfsitalia.it/public/CFSForum/public/style_emoticons/default/tn_243[1].gif)
#4
Inviato 06 ottobre 2006 - 14:55:14

Avolte sono antipatica a me stessa.


#5
Inviato 06 ottobre 2006 - 16:35:14
Cara Lella,
ho "rubato" una tua frase perchè hai reso bene ( anche in tutto il contesto del tuo discorso del resto ....) in che cosa consiste il "risultato" ,se così si puo' dire, di un cammino di sofferenza...

Anche per me , pur sembrando quasi un paradosso affermarlo, la lunga malattia è stata UTILISSIMA ,per forgiare il mio carattere ed il mio modo di affrontare , in primis, lei stessa e poi la vita di ogni giorno.
Mi rendeva schiava e mi lasciavo completamente "fagocitare" da tutta la serie di disturbi che mi causava mentre, a poco a poco, mi ha anche dato la capacità reattiva di "guardarla" bene in faccia , conoscerla sempre meglio e , mossa vincente,gestirla in maniera tale da non lasciarle piu' lo "spazio" anche psicologico, che occupava....

Al contrario, ora devo cercare sempre di stare attenta a non superare la "linea rossa"( anche se non è facile perchè faccio tante cose....) ed evitare di darle "l'appiglio" perche' la "rifaccia da padrona"....

Quando esagero nel fare, fa' capolino....


Ma è questione di "allenamento" , proprio come un maratoneta pero', con costanza , pazienza e cure varie ed appropriate, CE LA SI PUO FARE, garantito .....

Baci!
Luisa

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